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La trasmissione e la proliferazione della filaria seguono principalmente 5 cicli. Tutto ha inizio nel momento in cui una zanzara si nutre del sangue di un animale infetto, contenente delle microfilarie; in altre parole si tratta dello stadio larvale del parassita, nonché il primo. All’interno dell’insetto, la filaria raggiunge in circa 2 settimane, il secondo e il terzo livello di maturazione. Nel secondo stadio sono praticamente innocue, nel terzo stadio assumono la loro natura infettante. Arrivate a maturazione, le larve si spostano nella parte boccale della zanzara, e quando essa pungerà un nuovo animale, le larve migreranno all’interno del cane. In circa 12 giorni massimo, le larve arrivano al quarto stadio; dopo circa 50/70 giorni passano al quinto ed entro 120 giorni circa arrivano al cuore e alle arterie polmonari.
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I sintomi della filariosi cardiopolmonare nel cane, non si manifestano in maniera immediata, in quanto, le microfilarie necessitano di un certo numero di tempo per diventare infestanti. A questo proposito è utile affermare e descrivere quelle che sono le principali 4 fasi della sintomatologia da filariosi cardiopolmonare nel cane. Durante la prima fase la sintomatologia non è evidente, per cui occorre eseguire un’analisi del sangue per cercare la presenza di antigeni della filaria. Nella seconda fase della sintomatologia, i parassiti della filaria sono cresciuti in numero; il cane inizia ad avvertire affaticamento, soffio cardiaco, difficoltà respiratorie. Nella terza fase le filarie raggiungono il cuore e i polmoni, danneggiandoli. Il cane perde peso, aumenta il volume addominale, inizia l’insufficienza cardiaca della parte destra del cuore, perde sangue dal naso e inizia ad avere problemi respiratori. Nell’ultima fase, cuore e polmoni risultano totalmente occupati dal parassita.
La cura per la filariosi cardiopolmonare nel cane, varia secondo lo stadio in cui la malattia stessa si trova. È bene ricordare che più la diagnosi è precoce, meno la cura sarà invasiva. Se ad esempio, il cane si trova nella prima fase di attacco, basta avviare un trattamento per l’uccisione delle filarie; se esso si trova nell’ultima fase di aggressione, è indispensabile attuare un intervento chirurgico, senza avere la certezza che il cane possa sopravvivere. Nel dettaglio, se le filarie sono ancora in fase di formazione e non hanno intaccato le arterie del cuore e dei polmoni, si procede con una terapia adulticida a base di melarsomina. Se il cane si trova nella seconda fase, alla terapia adulticida si aggiungono la terapia collaterale e riposo. Con la terza fase si affianca alla terapia collaterale, quella adulticida, farmaci sintomatici e riposo obbligatorio. Infine, se l’animale si trova nell’ultima fase, come affermato in precedenza, occorre unire alla terapia sintomatica l’intervento chirurgico.
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