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Il tordo sassello è un passeriforme tipico dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa del nord. Il suo habitat naturale è dato da boschi di conifere, campagne coltivate e frutteti, dove può trovare cibo in abbondanza. Non ama le zone montane, ma preferisce restare sotto i 2000 metri di altitudine. Nidifica in aree caratterizzate dalla presenza di alberi ad alto fusto come betulle, pini e ginepri. Il suo areale si estende al nord fino all’Islanda e a sud fino alla Gran Bretagna e alle regioni dell’Europa dell’est. In autunno il tordo sassello migra nelle regioni meridionali e in particolare nell’area del bacino del mediterraneo. In questo periodo dell’anno lo si può trovare in Italia, nella Penisola Iberica e nelle aree del Maghreb dove si stabilisce nei boschi di conifere e latifoglie, nelle zone a macchia mediterranea, nei boschi di faggi, castagneti, nei prati, nei frutteti, nelle pinete costiere, nei boschi di pioppi e nelle aree caratterizzate da arbusti di ginepro. In Italia la maggiore concentrazione di tordi sassello si registra in Lombardia, Emilia Romagna e Puglia.
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I tordi sassello sono una specie monogama, il che significa che le coppie una volta formatesi restano insieme per tutta la vita. La femmina costruisce il nido sui rami bassi degli alberi o in cima ai cespugli, utilizzando muschio e fili d’erba per foderarlo. Raramente il nido può essere costruito anche sul suolo. La stagione degli amori coincide con l’arrivo della primavera e le deposizioni iniziano ad aprile per terminare ad agosto. In media la femmina del tordo sassello depone cinque o sei uova che vengono covate per circa 15 giorni dalla madre. Le uova del tordo sassello sono azzurre. I pulcini restano nel nido per circa due settimane e vengono accuditi dai genitori che provvedono a nutrirli. I piccoli appena nati sono ciechi e privi di pelo. Ogni coppia depone in media due covate l’anno.
La sopravvivenza del tordo sassello è gravemente minacciata in tutta Europa. La minaccia principale per questo piccolo passeriforme è rappresentata dall’uomo. Il tordo sassello, infatti, è tra le specie consentite per l’attività venatoria ed è tra le specie maggiormente cacciate in Italia e in tutte le regioni del Mediterraneo. In base ad uno studio recente, infatti, si stima che ogni anno gli esemplari abbattuti sono più di un milione. Una vera e propria mattanza che sta mettendo in serio rischio la sopravvivenza della specie. I tordi sasselli, inoltre, vengono catturati in natura per poi essere utilizzati come richiami vivi per attirare gli altri uccelli durante le battute di caccia. Si tratta di una pratica molto utilizzata dai cacciatori italiani anche perché è consentita dalla legge. Altro fattore di rischio per la sopravvivenza della specie è costituito dall’inquinamento e dalla progressiva distruzione degli habitat naturali propri della specie. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a una netta diminuzione della popolazione svernante in Italia, proprio a causa della scarsa disponibilità di habitat naturali. In Italia la caccia al tordo sassello è regolamentata dalla Legge quadro Nazionale sulla base della quale, ogni regione, ha poi elaborato un proprio regolamento. La legge regolamenta l’utilizzo dei richiami per tordi e consente esclusivamente l’utilizzo di richiami vivi, mentre, vieta severamente l’uso di richiami acustici sia meccanici che elettrici. La detenzione e l’utilizzo di questi ultimi è punita con salatissime sanzioni pecuniarie e con una denuncia penale. La legge nazionale, inoltre, definisce anche i periodi in cui è consentita la caccia al fine di tutelare la sopravvivenza della specie e garantire con un attento monitoraggio l’attività nidificatrice.
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