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Il capovaccaio ha un areale di distribuzione molto vasto che comprende l’Africa, l’Asia e l’Europa Mediterranea. In Italia questo avvoltoio è presente con pochissimi esemplari in Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Le coppie presenti in Italia sono tutte nidificanti. Il suo habitat naturale è costituito principalmente da zone desertiche, savana e foresta pluviale. Predilige i climi aridi e secchi. E’ una specie migratoria e tende a svernare nelle regioni africane.
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La stagione degli amori per il capovaccaio inizia in primavera inoltrata. Le femmine preparano il nido lungo dirupi e pareti rocciose, in punti inaccessibili. I nidi sono molto grandi e sono costruiti con i materiali più diversi, dai rovi intrecciati, alle ossa, fino alla spazzatura umana. La femmina depone due uova dal guscio giallastro con macchie scure. La cova dura un mese e i pulcini sono accuditi da entrambi i genitori per circa tre mesi. Vengono nutriti con carogne che sono conservate nel nido fino alla decomposizione.
Come tutti gli altri avvoltoi, il capovaccaio si nutre principalmente di carogne. Non disdegna nessun animale, dai mammiferi, ai rettili, fino ai pesci. Se necessario, questo avvoltoio non disdegna di nutrirsi anche di frutta. Deve il suo nome alla sua abitudine di seguire le mandrie di bestiame alla ricerca di carogne di cui nutrirsi. Non è raro vedere esemplari di questi avvoltoi scavare tra i rifiuti. Sono molto ghiotti di uova di struzzo che rompono lanciando delle grosse pietre mentre sono in volo. Si tratta di una specie protetta dalla legge perché a rischio estinzione. La popolazione europea e africana ha subito una notevole diminuzione negli ultimi decenni con rischi per la sopravvivenza della specie. Tra le principali minacce per il capovaccaio c’è l’utilizzo di insetticidi e diserbanti, il disboscamento selvaggio e gli incendi boschivi.
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