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L’allocco è il più diffuso e comune degli Stringidi europei. Il suo areale di distribuzione comprende, infatti, tutta l’Europa, l’Asia e le regioni dell’Africa Mediterranea. In Europa lo si può trovare ovunque eccetto che in Irlanda. In Italia è presente ovunque, ad eccezione della Sardegna e della Puglia. In Asia vive prevalentemente nei territori della Cina e della Corea. Il suo habitat naturale è costituito da boschi misti di conifere e caducifoglie. Difficilmente lo si trova al di sotto dei 1000 metri. Vive anche nei pressi di parchi, giardini pubblici e case di campagna. Trascorre gran parte della sua giornata sugli alberi, quindi, la presenza di questi ultimi è fondamentale perché scelga di stabilirsi in un luogo.
La stagione degli amori per l’allocco coincide con la primavera. Il periodo della riproduzione inizia già nel mese di febbraio e si protrae fino alla fine di giugno. La femmina dell’allocco non costruisce il nido, ma, lo allestisce all’interno di cavità naturali o artificiali all’interno di alberi e rocce. Non è raro che sfrutti anche le tane abbandonate di tassi e conigli. In media vengono deposte dalle due alle quattro uova che vengono covate per circa un mese. Le uova di allocco hanno il guscio completamente bianco. La cova è affidata solo alla femmina, mentre il maschio ha il compito di procurare il cibo. Se il cibo scarseggia anche la femmina è costretta a lasciare il nido per andare alla ricerca di prede. In questo caso le uova raffreddandosi non si schiuderanno e la covata andrà persa. L’allocco effettua un’unica covata l’anno. Le uova si schiudono a qualche giorno di distanza l’una dall’altra in modo tale che il primo nato risulti il più grosso e l’ultimo più piccolo. Se c’è poco cibo, il primo nato se ne accaparra la maggior parte a scapito dei più piccoli che muoiono di fame. Appena nati i piccoli sono ciechi, sordi e ricoperti da piume biancastra. Vengono accuditi e nutriti dai genitori. Inizialmente mangiano il cibo sminuzzato, poi, con il passare delel settimane imparano a mangiare le prede intere. Restano nel nido per cinque settimane, poi prendono il volo. Diventano completamente autosufficienti solo a quattro mesi di vita.
L’allocco ha una dieta molto varia. Si nutre principalmente di piccoli mammiferi come topi, scoiattoli, ghiri e donnole. Non disdegna altri uccelli e di anfibi. A differenza degli altri rapaci riesce a cacciare le sue prede anche in zone coperte da fitta vegetazione. Come tutti gli stringiformi, l’allocco tende ad ingoiare le sue prede intere per poi espelle le parti dure e non digeribili sottoforma di ‘borre’. Ha abitudini prettamente notturne, quindi trascorre le giornate a riposare appoggiato ai tronchi degli alberi, mentre dopo il tramonto esce per andare a caccia di prede di cui sfamarsi. L’adattamento alla vita notturna hanno portato a sviluppare maggiormente sensi come l’udito e la vista. La mobilità del collo, inoltre, gli garantisce una visuale a 270 gradi e compensa in parte il fatto di non riuscire a ruotare gli occhi che sono fissi. L’udito è sviluppato al punto da riuscire ad individuare anche prede piccolissime come lombrichi e scarabei. E’ un uccello solitario e sedentario. Il suo canto è simile ad una serie di ululati prolungati. Il volo è lento e silenzioso e gli consente di giungere inaspettato e cogliere di sorpresa le sue prede. Si tratta di una specie a rischio e quindi è protetta dalla legge italiana per la tutela delle specie autoctone. A minacciare la sopravvivenza della specie c’è la progressiva distruzione dei suoi habitat naturali a causa del disboscamento e dell’utilizzo massiccio di pesticidi e insetticidi. E’ una specie allevabile in cattività, ma, è vietata la caccia e il prelievo in natura.
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