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Il grifone è uno dei maggiori avvoltoi europei. Il suo areale di distribuzione comprende la Spagna – dove si trova la popolazione più numerosa – la Francia, i paesi balcanici e l’Italia. In Italia il grifone è quasi del tutto estinto e si può trovare solo in Sardegna, in Sicilia e lungo le regioni dell’Appennino Centrale, dove è stato reintrodotto di recente. Oltre che in Europa, vive anche nelle regioni mediterranee dell’Africa e del Medio Oriente. Il suo habitat naturale è costituito dalla montagna. Predilige le pareti rocciose e le cime impervie, dove vive in colonie numerose e dove nidifica. Spesso lo si può trovare anche nelle falesie costiere e nelle praterie. Si tratta di un uccello sedentario e difficilmente compie grandi spostamenti, ad eccezione degli esemplari giovani che, invece, sono più erratici. I grifoni tendono spostarsi in pianura solo per procurarsi da mangiare. Il volo dei grifoni è planare e viene effettuato sfruttando le correnti ascensionali.
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I grifoni raggiungono la maturità sessuale tra i 5 e i 7 anni. La stagione degli amori coincide con l’inverno e le deposizioni si hanno tra i mesi di gennaio e febbraio per favorire la nascita dei piccoli in primavera. Si tratta di una specie monogama, il che significa che le coppie dopo essersi formate, restano insieme per tutta la vita. La femmina del grifone depone un unico uovo bianco che cova, aiutata anche dal maschio, per circa due mesi. I piccoli restano nel nido per circa quattro mesi e vengono nutriti da entrambi i genitori che, non li lasciano mai soli per proteggerli dall’attacco di eventuali predatori come ad esempio i corvi imperiali. A quattro mesi si involano e abbandonano il nido. Il nido viene costruito all’interno delle pareti rocciose o sulla cima di alberi alti. E’ realizzato con peli, pelli e rami intrecciati. Nella fase della riproduzione i grifoni non devono essere disturbati poichè le possibilità che perdano l’unico uovo deposto, sono molto alte.
Come tutti gli avvoltoi, anche il grifone si nutre delle carogne di altri animali che individua in volo grazie alla sua vista molto sviluppata. La testa calva è funzionale alle sue abitudini alimentari, poiché riesce a scavare nei resti degli animali per nutrirsi senza sporcarsi. Contende le prede ad altri uccelli come nibbi, gazze e cornacchie che allontana gonfiando il piumaggio ed emettendo acuti gracidii. Si tratta di una specie gregaria e stazionaria. Forma colonie più o meno nutrite e si stabilisce in un determinato territorio. Gli spostamenti avvengono in gruppo e quasi sempre hanno lo scopo di perlustrare il territorio alla ricerca di carcasse. Ciascun esemplare copre una porzione di territorio e quando avvista una carcassa, si avvicina al suolo e comincia a compiere voli circolari intorno alla carogna per attirare l’attenzione degli altri membri del gruppo. Quando una carcassa viene avvistata tutto il gruppo scende al suolo per mangiare. Durante il volo i grifoni sfruttano le grandi ali per planare sulle correnti ascensionali. La testa e la coda sono poco sporgenti e le ali non vengono mai sbattute. Il grifone è una specie a rischio estinzione in molti paesi europei, Italia compresa, e per questo è protetto dalla Convenzione di Berna. A metterne a rischio la sopravvivenza, oltre al bracconaggio da parte dell’uomo, anche l’utilizzo di bocconi avvelenati destinati ad altri animali e la diminuzione di carogne disponibili a seguito delle nuove direttive europee che impongono agli allevatori lo smaltimento delle carogne. I grifoni rappresentano un tassello molto importante all’interno dell’ecosistema, poiché cibandosi di carcasse, svolgono un ruolo di spazzini della natura evitando l’insorgenza di gravi problemi igienico sanitari.
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