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Le oche sono animali monogami e tendono a restare con lo stesso compagno per tutta la vita. Per facilitare la riproduzione all'interno di un allevamento e quindi la deposizione delle uova le femmine devono essere sempre in numero superiore rispetto ai maschio. In generale bisogna prevedere la presenza di un’oca maschio ogni tre femmine. Raggiungono la maturità sessuale intorno ai tre anni e le femmine depongono le uova fino ad un massimo di tre volte l’anno. Le uova, da un minimo di quattro ad un massimo di sei vengono covate da entrambi i genitori per circa un mese. In natura il periodo degli amori coincide con l’inverno e le prime deposizioni avvengono a gennaio o febbraio. Le uova si schiudono in primavera, tra marzo e aprile. I piccoli appena nati restano nel nido per cinque giorni prima di uscire e spostarsi nei prati insieme ai genitori. Il battesimo del volo per le piccole oche avviene intorno ai due mesi. Da questo momento in poi diventano indipendenti e smettono di stare con i genitori. I cuccioli dell’oca sono detti paperi.
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Le specie consigliate per l’allevamento sono le oche selvatiche e le oche cigno. Si tratta di un animale relativamente semplice da allevare poiché non necessita di grandi cure, basta un prato di 150 metri quadrati in cui possano pascolare e una casetta di circa 4 metri quadri come riparo. Il pascolo deve essere circondato da una rete metallica alta almeno mezzo metro per evitare che scappino via. In genere le oche maschio vengono allevate principalmente per la carne o per la produzione di fois gras. In questo caso non vengono allevate in pascoli all'aperto, ma, in parchetti dove vengono poste all'ingrasso. La loro alimentazione è composta principalmente da erba, mais da foraggio, radici e mangimi. Oltre che per scopi alimentari le oche vengono allevate anche per le loro piume e per le pelli conciate. Con le piume vengono confezionati piumoni per il letto, cuscini, giubbotti.
Le oche maschio sono molto utilizzate anche come animali da guardia per il loro carattere aggressivo e la loro tendenza a difendere il proprio territorio e il proprio harem di femmine. Queste caratteristiche le portano a starnazzare rumorosamente in presenza di intrusi o di rumori sospetti avvertendo i padroni dell’eventuale pericolo. Difficilmente attaccano gli intrusi ma si limitano solo a segnalarne la presenza starnazzando. Raramente può capitare che, se si sentono minacciate, inizino a colpire i possibili nemici con il becco. Tra le razze guardiane ci sono soprattutto le oche cignoidi. Queste oche si riconoscono per la presenza di una sporgenza sul becco, che nel maschio è particolarmente pronunciata. Sono molto utilizzate come animali da guardia in quanto sono molto chiassose e aggressive. Lo stesso discorso vale anche per le oche di Tolosa. Famosissima, a riguardo, è la leggenda romana delle ‘Oche del Campidoglio’ in cui si narra di come durante un sanguinoso assedio delle truppe galliche, la città di Roma fu salvata proprio dall'intervento delle oche presenti nei cortili delle abitazioni. Durante l’assedio delle truppe galliche, infatti, le oche, che erano gli unici animali scampati all'uccisione dei romani affamati perchè sacre alla dea Giunone, accortesi in tempo dell’intrusione dei nemici cominciarono a starnazzare rumorosamente avvertendo del pericolo l’ex console Marco Manlio e mettendo in allarme l’esercito che a quell'ora di notte stava dormendo. I romani poterono quindi reagire in tempo e l’assedio fu respinto grazie anche all'arrivo del condottiero Marco Furio Camillo che riuscì a sconfiggere definitivamente le truppe nemiche salvando l’impero dall'invasione del potente esercito di Brenno.
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