Serpente del latte

Serpente del latte: informazioni generali

Il serpente del latte, appartenente alla famiglia dei Colubridae, è noto con il nome scientifico di Lampropeltis triangulum proviene dalle zone desertiche e forestali del Canada, Stati Uniti, Messico, Ecuador e Venezuela. Comprende circa trenta specie di cui otto solo negli USA. Può venir confuso con il serpente corallo vista la simile livrea. Il nome comune deriva da una credenza popolare la quale afferma che questo rettile si rifugiava nelle stalle e fattorie per nutrirsi del latte delle vacche. Tuttavia, vista la conformazione dell’animale, la credenza rimane tale anche perché gli è impossibile, vista la struttura della bocca riuscire a succhiare il latte. La sua presenza nei fienili e nelle stalle non è dovuta a quanto affermato dalla credenza popolare ma per una questione di ambiente: il serpente del latte adora quegli spazi bui, freddi e popolati da roditori, cibo succulento per questo rettile.
Esempio di serpente del latte

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Caratteristiche del serpente del latte

Esemplare di Lampropeltis triangulum Il serpente del latte è un rettile dalle dimensioni medie comprese tra i cinquanta e i centocinquanta centimetri, è un terricolo e caratterizzato da mimetismo batesiano, ciò significa che la livrea che ricopre il suo corpo è simile a quella del serpente corallo dal quale si differenzia per l’allineamento dei colori (nero, giallo e rosso). La sequenza del corallo è nero, giallo, rosso, giallo, nero, giallo; la livrea del serpente del latte è giallo, nero, rosso, nero, giallo, nero. Da ciò si evince la natura non velenosa di questo serpente, amante degli ambienti freddi e umidi come le stalle e i fienili. Per quanto riguarda la sua struttura estetica, oltre alla particolare livrea, il serpente del latte ha una testa molto piccola, un corpo slanciato e ricoperto da squame. I colori sono disposti ad anello o a forma di sella in tutto il corpo. Presenta un carattere molto riservato e solitamente si procaccia le prede o girovaga durante le ore notturne.

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Serpente del latte

Esemplare di serpente velenoso Il serpente del latte ha un’aspettativa di vita di circa dodici anni e si nutre principalmente di anfibi, piccoli roditori, invertebrati e addirittura piccoli serpenti. I giovani esemplari di Lampropeltis triangulum prediligono prede di piccole dimensioni come grilli, lumache, lombrichi e insetti; gli esemplari adulti invece mirano le proprie scelte verso piccoli mammiferi e lucertole, uccelli e loro uova, pesci e rane. Il mimetismo che li rende molto simili ai serpenti corallo non li protegge dagli attacchi dei predatori. Nel momento in cui l’aggressore si avvicina alla tana del rettile, quest’ultimo inizia ad agitarsi per far allontanare il predatore; tuttavia, talvolta questa danza non basta, infatti, il serpente del latte si difende mordendo e riversando dalla cloaca verso l’esterno una sostanza dal cattivo odore. Gli esemplari femmina depongono le uova in delle buche nel terreno, sotto gli alberi o le rocce e fra i resti vegetali in fase di decomposizione. Le uova arrivano a un numero massimo di circa diciassette e si schiudono dopo due mesi d’incubazione.


Cura del serpente del latte

Esemplare di serpente del lattePrendersi cura del serpente del latte non è una cosa difficoltosa giacché si tratta di un rettile molto docile e allo stesso tempo resistente. In primo luogo si prende il rettile in mano e si tasta la presenza di noduli che possono essere grumi di cibo o costole rotte. La cloaca gonfia è sintomo della presenza di endoparassiti. Gli occhi e la bocca non devono essere umidi, il respiro deve essere regolare perché una condizione contraria indica problemi alle vie respiratorie o disidratazione. Se si notano tracce di sangue sulle mani, significa che il corpo del serpente è attaccato dagli acari. Un’azione molto importante per la salute del rettile è il non toccarlo troppo spesso perché potrebbe sviluppare una malattia muscolare che porta alla perdita di lucidità della livrea e potrebbe addirittura smettere di mangiare. Non devono essere toccati durante il periodo della muta; fare inoltre attenzione affinché la vecchia pelle venga rimossa in ogni sua parte per evitare problemi di circolazione o di vista.



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