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Abbiamo deciso finalmente di costruire il nostro acquario da soli, partendo da zero. Da cosa cominciare? Naturalmente dalla vasca. Navigando in Internet, non sarà difficile trovare guide e istruzione dettagliate, gentilmente condivise da persone che sono riuscite nell’impresa prima di noi.
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Terminata la vasca, lo step successivo è il coperchio; teniamo presente che dovrà essere funzionale, e quindi contenere lampade, termostato, ventole di raffreddamento, e quant’altro. Un consiglio è quello di far precedere all’acquisto vero e proprio una dettagliata fase di progettazione, che ci eviterà di spendere soldi in materiali inutili, o di acquistarne quantitativi eccessivi.
Come materiale, ci possiamo servire di pratici pannelli in poliestere, che a lavoro ultimato verniceremo con delle bombolette del colore che più ci aggrada –in genere per i coperchi degli acquari si predilige il nero-.Prima di assemblare il coperchio, dobbiamo predisporre i buchi per i fili, e quindi dobbiamo avere un quadro mentale piuttosto preciso di come sarà l’impianto elettrico.Una volta terminato l’assemblaggio, andiamo a disporre all’interno del coperchio tutti i vari accessori, con particolare attenzione alle lampade: uno dei pregi del fai da te, infatti, è che potremo crearci un impianto di illuminazione su misura, e quindi sbizzarrirci creando composizioni personalizzate di led, o anche di led e neon insieme.A questo punto, terminati vasca e coperchio, abbiamo due alternative: acquistare i rimanenti accessori in un negozio per acquari, o provare a costruirci da soli anche quelli, a partire dal mobiletto che farà da supporto al nostro acquario; molti acquariofili utilizzano, per quest’ultimo, dei tubi in acciaio che costituiscono l’anima, rivestiti poi esternamente di legno verniciato. Questo è un buon compromesso, che combina sia sicurezza (il peso dell’acqua non è da sottovalutare) sia pregevolezza estetica.
Un accessorio che possiamo facilmente costruirci da soli è l’impianto di CO2, che libererà nell’acqua anidride carbonica, favorendo la crescita delle piante: si va da chi opta per una soluzione più ‘casalinga’, mescolando lievito di birra, zucchero e acqua, e sfruttando gli effetti del composto, fino a chi si costruisce degli impianti più professionali servendosi di bombole e regolatori di pressione.Infine, un ulteriore accessorio nella cui creazione possiamo cimentarci da soli è il filtro: basterà collegare un tubo in pvc alla pompa, effettuarvi dei buchini di un paio di centimetri di diametro, e riempirli con materiale filtrante, prima per il filtraggio meccanico e poi per quello biologico (e quindi spugnette, lana di perlon, sfere di plastica atossica, cannolicchi di ceramica, e così via).
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