Acquario Filtro
Allestire un acquario da zero può sembrare un’impresa titanica, per chi è nuovo nel campo dell’acquariofilia. Ma non è detto che sia così: impegnandosi e chiedendo consiglio a qualcuno più esperto di noi (o magari reperendo informazioni nei vari, esaurienti forum online) sarà molto semplice avvicinarsi a quest’hobby che non a caso appassiona un numero sempre crescente di persone.
L’acquario non è solo bello da vedere, ma risulta anche un’attività molto rilassante: infatti, passate le fasi iniziali, la manutenzione diventa piuttosto semplice.
Ma da dove cominciare? Il primo passo da compiere è l’acquisto della vasca. Se siamo neofiti, ci conviene iniziare con un acquario né troppo piccolo, né troppo grande: una vasca di un centinaio di litri sarà perfetta.
Poi dobbiamo occuparci del posizionamento: la vasca andrebbe tenuta in un ambiente non troppo piccolo, e in cui non arrivi luce del sole diretta (che andrebbe infatti ad influenzare la temperatura del sistema).
Fatto questo, possiamo occuparci dell’allestimento vero e proprio: la preparazione del fondale di ghiaia mista a fertilizzante, la scelta e la sistemazione delle piante, l’accensione della pompa.
Quando tutto l’ambiente sarà pronto, l’acquario va lasciato riposare per un po’ di giorni, per dare tempo al sistema di assestarsi: dopodiché, potremo aggiungere i pesci. Ovviamente, anche la scelta di pesci richiede attenzione: se siamo alle prime armi, meglio scegliere specie robuste e di semplice gestione, possibilmente con abitudini alimentari simili fra loro, e in ogni caso pesci che non rischino di entrare in conflitto l’uno con l’altro.
Compiuti tutti gli step precedenti, la manutenzione dell’acquario diventa abbastanza semplice: dovremo solo occuparci di nutrire i pesci, effettuare cambi parziali dell’acqua di tanto in tanto, assicurarci che tutto continui a funzionare nel miglior modo possibile, ed eventualmente ripulire i filtri, quando si intasano.
Ma cosa sono i filtri di un acquario, e perché sono così importanti?
L’acqua di un acquario è ferma, e non può ovviamente ricambiarsi di continuo come avviene in natura. Appare quindi evidente che tutto ciò che avviene nell’acquario contribuisce ad inquinarla: cibo non consumato, organismi morti, foglie di piante, prodotti di scarto dei pesci, sporcano continuamente l’acqua. Vero è che vanno effettuati di tanto in tanto dei cambi parziali dell’acqua dell’acquario, ma da soli non sono sufficienti a garantirne la pulizia.
E’ proprio qui che entra in gioco il filtro: sia esso interno o esterno, il filtro ha appunto il compito di filtrare l’acqua (che arriva al filtro tramite la pompa) in più modi, così da renderla pulita.
La tipologia di filtro più diffusa è quella a scomparti: in ogni scomparto vi è un diverso materiale, e attraversandoli l’acqua viene filtrata sia meccanicamente che biologicamente.
E’ importantissimo che il filtro sia delle dimensioni giuste: un filtro troppo piccolo non riuscirebbe a purificare tutta l’acqua, risultando pertanto inutile.
Il volume complessivo del materiale filtrante deve essere circa l’8 – 10% della capacità dell’acquario; i vari scomparti del filtro devono avere una capacità che sia il 2% di quella dell’acquario, in caso di acquari di grandi dimensioni, o il 4% per acquari piccoli. E’ molto importante tenere presenti questi rapporti; volendo possono essere aumentati, ma non diminuiti.
Spesse volte, per questioni di risparmio, il filtro non viene riempito a dovere: si tratta di un errore molto grave, che va logicamente a pregiudicarne il funzionamento. Il filtro va riempito completamente: senza ammassare il materiale, che altrimenti finirebbe per rallentare l’acqua, ma senza lasciare spazi liberi in cui l’acqua scorrerebbe senza venir filtrata.
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Il cuore del filtro è costituito in genere da due scomparti: il primo riservato al filtraggio meccanico, il secondo a quello biologico.
Il filtraggio meccanico consiste nel far passare l’acqua attraverso materiali di diversa granulometria: questi materiali hanno il compito di trattenere le impurità e i residui presenti nell’acqua, preparandola così alla fase successiva.
Per ottenere il miglior risultato, è consigliabile disporre i materiali del filtro in maniera progressiva: il primo materiale dovrà essere a grana piuttosto larga (tipo una spugna di materiale espanso), in modo da effettuare solo una semplice ‘sgrossatura’, togliendo i corpi estranei più evidenti.
Dopo le spugne, possiamo posizionare qualche materiale dal maggior potere filtrante, come ad esempio le apposite sfere di plastica atossica: essendo costretta ad attraversare questi materiali, l’acqua rallenterà il proprio flusso, preparandosi così alla fase del filtraggio biologico, che avviene più lentamente.
Un altro materiale utilizzatissimo per la filtrazione meccanica è la lana di perlon, sia essa a maglia fine (la classica, bianca) o più grossolana (in genere di colore verde).
Come si può facilmente immaginare, il materiale filtrante si sporcherà piuttosto rapidamente: si rende quindi necessaria di tanto in tanto un’operazione di pulizia. Il filtraggio con materiale sporco, infatti, non è solo poco efficace , ma può provocare anche seri danni: infatti se il flusso dell’acqua –a causa del filtro ostruito- rallenta eccessivamente, la pompa finisce con lo girare a vuoto, e alla lunga si rompe.
La pulizia comunque va compiuta in maniera non invasiva: è sufficiente risciacquare i materiali in una bacinella contenente la stessa acqua dell’acquario. Non vanno sciacquati sotto il rubinetto, perché in questo modo si finirebbe per alterare irreparabilmente le colonie di flora batterica formatesi sul materiale.
Inoltre,è consigliabile non sciacquare tutti i materiali che compongono il filtro in un’unica volta: meglio sciacquarli uno per volta a cadenza regolare.
La pulizia del filtro va comunque effettuata solo quando è strettamente necessaria, mai troppo di frequente.
L’acqua, già filtrata meccanicamente, passerà poi attraverso il filtro biologico: scopo del filtro biologico è quello di depurare l’acqua dai cataboliti tossici per flora e fauna, tramite l’attività di microorganismi di natura batterica.
La filtrazione biologica si effettua in genere utilizzando cannolicchi di ceramica, o di altri materiali. In questo caso non si sfrutta la proprietà filtrante del materiale, ma la sua predisposizione a diventare substrato per batteri, e cioè ad ospitarne colonie, che avranno il compito di trasformare in innocue le sostanze altrimenti nocive.
In questa seconda fase, diventa importantissima la velocità del flusso dell’acqua: dovrà infatti essere lenta a sufficienza da far sì che i batteri abbiano il tempo di agire, ma non così lenta da creare fastidiosissimi ristagni. Assicuriamoci quindi che la pompa funzioni a dovere, e crei una circolazione dell’acqua lenta ma regolare in tutto l’acquario.
Innanzitutto, i batteri che lavorano in presenza di ossigeno si occupano di trasformare i composti azotati (risultato delle sostanze di rifiuto prodotte da pesci e piante) prima in nitriti e poi in nitrati. Successivamente può esservi un filtro denitrificante -utilissimo, in quanto la sua presenza riduce sensibilmente la crescita delle alghe-, in cui batteri anaerobi (che lavorano in assenza di ossigeno) trasformano a loro volta il prodotto del filtro in azoto naturale, che verrà rilasciato in forma gassosa.
Questi batteri anaerobi hanno bisogno di resine apposite (facilmente reperibili in commercio) per proliferare: le stesse resine vanno sostituite ogni 3-4 mesi, dato che i batteri se ne nutrono.
Come per il filtro meccanico, anche in questo caso un’eventuale pulizia dei cannolicchi o di altri materiali va effettuata utilizzando rigorosamente l’acqua dell’acquario, e non quella del rubinetto.
Infine, è buona norma tener presente che qualsiasi operazione di pulizia o manutenzione del filtro va effettuata solo dopo aver staccato tutte le prese di corrente dell’acquario, e a pompe ferme.
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