Gatto ragdoll

Caratteristiche Ragdoll

La razza Ragdoll è nata per selezione umana, intorno al 1960 presso Riverside, in California. I gatti di questa razza sono dotati di un lungo manto, una caratteristica colorazione di tipo point (come i Siamesi) ed occhi azzurri. Ann Baker è considerata la fondatrice della razza: per prima si interessò delle cucciolate della gatta Josephine, un esemplare selvatico che, a seguito di un incidente, avrebbe completamente mutato carattere, divenendo un animale docile e socievole. La Baker si impegnò per favorire il diffondersi di questa nuova tipologia di gatto tramite numerose selezioni ed incroci, e la donna stessa ribattezzò la razza Ragdoll, letteralmente “bambola di pezza”, nome che deriva dalla totale arrendevolezza dell’animale quando viene preso in braccio. Il “padre” della razza, tuttavia, rimane tuttora sconosciuto.

La diffusione dei Ragdoll si deve principalmente ai coniugi Dayton, che acquistarono una coppia di gatti dalla Baker per intraprenderne l’allevamento. Grazie a loro, selezioni di esemplari sempre migliori hanno portato allo standard attuale del Ragdoll, razza che rimane comunque molto rara nel mondo.

La caratteristica principale del Ragdoll è proprio il suo temperamento estremamente mite, che non deriva, secondo studi effettuati presso l’università di Glasgow, da una qualche mutazione genetica impressa nei capostipiti della razza, quanto piuttosto dai numerosi incroci tra esemplari di indole tranquilla, oltre che da importanti influenze ambientali. Non sono da trascurare, infatti, le condizioni in cui un Ragdoll si trova ad affrontare i primi anni, e soprattutto i primi mesi della propria vita, se si vuole ottenere un micio docile e quieto: è fondamentale il contatto materno per almeno 3 mesi dopo la nascita, una costante presenza del padre ed il contatto con gli esseri umani sin dalla più tenera età.

È un animale estremamente dolce e tranquillo: instaura un profondo legame con il padrone, e si trova a proprio agio in pressoché qualsiasi situazione, anche con bambini ed altri animali in casa, grazie alla sua infinita pazienza. Tuttavia, non ama la confusione ed il rumore, che invece tendono a spaventarlo. Detesta anche la solitudine: essere abbandonato solo in casa dal padrone è ogni volta un trauma, pertanto è un gatto sconsigliato per chi è spesso assente. Ha un carattere piuttosto permaloso: guai a fargli un torto, perché molto difficilmente verrà perdonato.

Ragdoll

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Standard Ragdoll

RagdollGatto di media taglia, il Ragdoll possiede un’ossatura robusta, torace ampio ed una forte muscolatura: ha un aspetto imponente, associato però ad un’incredibile dolcezza. I maschi possono pesare 8-9 Kg, le femmine raggiungono anche i 5 Kg. Le zampe sono forti e muscolose, tra le dita dei piedini spuntano ciuffi di pelo. La coda è lunga, larga all’attaccatura e più sottile all’estremità.

La testa, a forma di cuneo, mostra un zona appiattita tra le due orecchie, che sono arrotondate e dotate di una certa peluria anche nella parte interna. Gli occhi sono grandi ed ovali, lievemente obliqui. Caratteristico è il loro colore blu, più o meno intenso in accordo con le tonalità del mantello.

Il manto, lungo o semi-lungo, è morbido e folto, caratteristicamente più corto sul muso, tende a divenire via via più lungo andando dal collo verso il dorso ed i fianchi, e si mostra più ricco nelle zampe posteriori rispetto a quelle anteriori.

Il pattern del mantello è quello di un siamese: le estremità risultano scure mentre il corpo ed il muso sono chiari. Tre varietà di Ragdoll sono quelle riconosciute:

Colourpoint: corpo color crema, estremità e mascherina del muso più scure. Simile ad un siamese.

Mitted o guantato: caratteristiche sono le zampette anteriori macchiate di bianco nell’estremità. Può presentare una striscia bianca a livello del petto e macchie bianche sul muso.

Bicolore: varietà rara, la più pregiata. La parte ventrale del corpo assume una colorazione completamente bianca; deve essere presente inoltre una caratteristica V rovesciata sul muso, sempre di colore bianco.

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Alimentazione Ragdoll

Cibo per gatti, secco per i cuccioli, e preferibilmente umido per gli adulti, è l’alimentazione ideale. È un gatto molto goloso, che spesso cerca di ottenere un assaggio di quello che vede mangiare dal padrone. Occorre invece evitare questi spuntini, e fargli mangiare solo quello che è nella ciotola, poiché è un gatto tendente all’obesità.


Malattie più frequenti Ragdoll

Non si segnala una particolare suscettibilità dei Ragdoll nei confronti di certe patologie. È opportuno effettuare controlli di routine dal veterinario e le raccomandate vaccinazioni.

Importante è invece la cura del pelo: occorre che venga spazzolato almeno ogni 2-3 giorni, ed anche più spesso, sino ad una volta al giorno, nel periodo della muta, in autunno inoltrato e primavera.


Gatto ragdoll: Curiosità Ragdoll

Un triste mito ha da sempre accompagnato il Ragdoll: la sua insensibilità al dolore, che ha permesso che molti esperimenti fossero condotti su questo animale, presso diverse strutture di ricerca universitarie. Questa falsa credenza trae le sue origini dalla vicenda della gatta Josephine, che fu investita da un’auto e curata presso la struttura universitaria locale, dove, secondo Ann Baker, la gatta avrebbe subito qualche forma di manipolazione genetica, poiché alla gravidanza successiva diede alla luce una cucciolata vivace allegra ed estremamente rilassata, resa “insensibile al dolore” e “tranquilla” dalle manipolazione effettuate sulla madre, la quale a sua volta, da gatta scontrosa e diffidente che era, dopo il periodo di convalescenza sarebbe divenuta molto docile e quieta. Si tratta, com’è ovvio, di una leggenda metropolitana, in quanto nessuna forma di manipolazione genetica è attualmente in grado di portare a questo, tanto meno nell’epoca in cui le vicende accaddero. Ma a partire da ciò, numerosi studi ed esperimenti furono condotti sui Ragdoll, giustificati dalla presunta insensibilità.

È certo vero che i Ragdoll sono gatti molto docili e quieti, e soprattutto che hanno un’elevata soglia del dolore. Ciò non significa che non soffrano: le loro sensazioni dolorose sono infatti equiparabili a quelle di qualsiasi altro gatto!



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