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Il vaccino ha delle tempistiche precise che variano da patogeno a patogeno. Sarà cura del veterinario tenerne conto e, di conseguenza riportare il promemoria dei richiami sul libretto del micio. Gli intervalli tra un richiamo e l’altro sono assolutamente importanti perché se non rispettati l’effetto protettivo del vaccino si annulla rendendo vana ogni iniezione precedente. Qualunque tipo di vaccino deve essere effettuato necessariamente su gatti sani perché se si inocula un virus in un soggetto già debilitato questi potrebbe attecchire invece che spingere a produrre gli anticorpi. Inoltre se il gatto al momento della vaccinazione non è in piena salute, potrebbe avere problemi ulteriori, legati allo stress del vaccino. Prima di cominciare la serie di vaccini solitamente si attende la nona settimana di vita del cucciolo perché se effettuato prima il vaccino potrebbe reagire malamente con gli anticorpi materni ancora in circolo, se effettuato dopo invece rischia di arrivare troppo tardi.
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Generalmente esiste uno schema preciso secondo cui il veterinario vaccina i cuccioli. Di seguito riportiamo la prassi tipica per le prime vaccinazioni complete nei confronti dei gatti cuccioli. Non ne fanno parte i vaccini contro la Polmonite, perchè questi in alcuni Paesi non sono ancora disponibili, e contro l'Immunodeficienza Felina (FIV), perchè non ne esiste ancora uno in grado di contrastarla.
Nel complesso però solitamente si adotta il seguente protocollo: dopo i 60 giorni di età, vengono iniettati due vaccini tetravalenti, contro herpesvirus, calcivirus, parvovirus e chlamidia, con un richiamo completo dopo circa tre settimane.Poi viene eseguito un richiamo annuale con un vaccino trivalente contro herpesvirus, calcivirus e parvovirus. Se nel vaccino ci sono i patogeni anche della Clamidiosi, si definisce quadrivalente. Quella contro la Clamidiosi però non è una vaccinazione obbligatoria e solitamente viene effettuata soltanto su soggetti da esposizione o di allevamento. Quando il gatto deve recarsi in un Paese estero assieme al suo padrone è importante che venga inoculato anche il vaccino antirabbico, che non è obbligatorio soltanto per i gatti ma anche per i cani ed i furetti nelle stesse condizioni. Completano la preparazione al viaggio all’interno dell’UE, l’innesto di un microchip di riconoscimento ed il rilascio del passaporto sanitario. La tempistica serena richiede che il vaccino sia effettuato almeno 20 giorni prima del primo viaggio. Giunto alle 12 settimane, il gattino potrà anche essere vaccinato nei confronti della FIP, peritonite infettiva felina, anche se oggi ci sono voci discordanti sulla reale efficacia di questo trattamento, soprattutto per quanto riguarda il rapporto rischio/beneficio. In effetti parliamo di un vaccino ancora nuovo e non è accertata la completa assenza di effetti collaterali del vaccino a lungo termine. Dunque per questa patologia, che si rileva per il 60% dei casi altamente mortale, l’unica prevenzione disponibile è la pulizia profonda ed il controllo rigoroso di ogni soggetto, in modo da scongiurare qual si voglia rischio di contagio. Anche per la somministrazione dei vaccini, così come avviene per i farmaci regolari, bisogna stare attenti a eventuali reazioni allergiche e/o anafilattiche. Se dovesse accadere si deve subito ricorre, sotto stretto controllo del veterinario, alla somministrazione di farmaci corticosteroidi, per fortuna l’incidenza nei vaccini casi di reazioni allergiche o anafilattiche è davvero trascurabile. Recentemente alcuni vaccini sono stati accusati di procurare fibrosarcomi, dei piccoli tumori localizzati sul punto di inoculo. Non si tratta però di reale colpa del vaccino in quanto sembra che il problema sia legato ad una altissima sensibilità della cute di alcuni gatti, che diventa particolarmente reattiva all’iniezione di qualsiasi sostanza.
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