IQuando il gatto è maschio viene sottoposto ad un intervento di orchiectomìa (ovvero, in parole povere, all’asportazione dei testicoli). L’intervento avviene solitamente in anestesia locale, che è meno invasiva e pericolosa di quella generale: il gatto infatti resta cosciente ma il suo cervello per qualche tempo si "dissocia" dagli stimoli sensoriali, dunque sarà tranquillo, soprattutto se vedrà vicino il padrone, ma non reagirà all’incisione e non proverà alcun dolore. Alla fine dell’intervento, che dura solo qualche minuto, il veterinario può decidere di suturare il taglio con un paio di punti. Spesso non ce n’è neanche bisogno data la ridicola dimensione del taglio. Altra soluzione è talvolta costituita dall’utilizzo di una sorta di mastice bio-assimilabile. Come anticipato, il momento pià indicato per intervenire nel gatto con l’orchiectomia è in giovanissima età, non appena i testicoli saranno completamente stabilizzati nello scroto ma prima che l’urina assuma il caratteristico odore pungente del gatto maturo sessualmente. In questo modo, dato che il flusso di sangue ai testicoli è ancora minimo, si riducono enormemente tutte le eventuali complicanze che darebbero conseguenti ad una emorragia. Inoltre se si procede con la sterilizzazione prima che il gatto abbia cominciato a urinare fuori dalla sabbietta, saremo sicuri che non prenderà mai il vizio.
Per potersi presentare ad un intervento di orchiectomia il gatto deve essere a digiuno almeno da otto-dieci ore prima dell'intervento, può però placare la sua sete entro le tre ore. Dopo la dimissione il gatto deve riposare in un ambiente caldo e tranquillo. La terapia per la convalescenza prevede solitamente antibiotici e medicazioni della ferita, da fare nel caso anche senza l’aiuto del medico. Se notiamo che il gatto prende a leccarsi la ferita con insistenza, forse è il caso di fargli indossare il collare elisabettiano, per evitare che con la lingua rallenti il rimarginarsi della ferita o, peggio, scaturisca una infezione locale. La vasectomia invece consiste nel chiudere i vasi che trasferiscono lo sperma dai testicoli al pene. Con un intervento del genere il gatto diventa sterile, ovvero non può concepire cuccioli, però continua a percepire il richiamo delle gatte e questo comporta il suo bisogno di uscire, urinare ovunque e accoppiarsi. Può succedere in qualche gatto che i testicoli non riescano da soli, con la maturità, a scendere completamente nello scroto, in questo caso è necessario intervenire ugualmente, a prescindere dal desiderio di sterilizzarlo, perché c’è il rischio di tumori. not Piumone-la Biancheria da Letto,Poster di adozione del Gatto,Microfibre, Piumino 1 Trapunta 240×260CM e 2 federe 50×80CM Prezzo: in offerta su Amazon a: 79,99€ |
Quando il gatto non è stato castrato sembra avere periodicamente una insaziabile voglia di accoppiarsi. Questo non succede se il gatto è stato sterilizzato, perché, a differenza degli esseri umani, un maschio felino sterile non sente alcun bisogno o piacere nei confronti dell’accoppiamento. In realtà anche il gatto intero non ha l’istinto di accoppiarsi fino a che non recepisce il segnale ormonale della gatta in calore. E’ solo allora che comincia la cerca, non arrendendosi fino a che avrà trovato ciò che cerca. Spesso i gatti in calore addirittura si masturbano: non potendo farlo con le zampe si piazzano davanti ad un oggetto e lo montano come farebbero con una gatta.
Una curiosità sulle gatte in calore. Per qualche strana ragione una femmina montata da un gatto sterile può convincersi di essere rimasta incinta. Si tratta di fenomeni rari, ma può succedere che alcune femmine si sentano in dolce attesa, arrivando anche a produrre latte e cercando di preparare un cantuccio per i piccoli, nonostante non crescano embrioni della sua pancia né lei aumenti in nessun modo di peso. Quando valutiamo se far sterilizzare o meno i nostri gatti dobbiamo partire da un semplice presupposto: la capacità di procreare della gatta è davvero molto alta. Una sola gatta può mettere al mondo fino a 15 gattini in un anno. Se si conta che circa la metà di questi sono di sesso femminile, e che entro l’anno saranno tutte in grado di procreare si capisce bene in un tempo relativamente breve il numero di mici discendenti della mamma originaria è vertiginoso. Dunque, siccome non è detto, anzi è improbabile, che tutti riescano a ricevere cure adeguate e amore inconsiderato in una casa, è presumibile che gran parte di loro vengano uccisi o, al massimo, consegnati ai gattili. Ecco perché con il senno di poi la sterilizzazione risulta in ogni caso la soluzione migliore.
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