Pelo Gatto

Amici pelosi

Il pelo è un elemento comune a tutti i gatti del mondo, Non esiste una sola razza felina che sia priva di pelo attualmente, ciò che più gli somiglia è il mantello quasi rado Sphynx, che comunque è dotato di un cortissimo sottopelo e la cui razza ha conosciuto ultimamente la sua fortuna attraverso il film americano di Austin Powers. Quando parliamo di pelo nel gatto dovremmo utilizzare il termine più corretto che è “mantello”. Lo si può ritrovare unico o doppio, ne sono esempio per il primo caso i gatti con pelo corto, dove il pelo aderisce al corpo creando un aspetto liscio e satinato, come in molti comuni gatti neri. I gatti dal pelo doppio sono quelli che hanno sia i peli detti “di guardia” che il sotto-pelo, entrambi conferiscono loro la caratteristica pelliccia folta. E’ un dato di fatto che i gatti con il pelo lungo siano quindi molto più gonfi e morbidi di quelli a pelo corto. Ora che conosciamo il motivo. Anche perché il sotto pelo ha una consistenza molto più soffice del pelo di guardia, il quale per quanto esteticamente spesso molto belo, ha costituzione più robusta e doppia. Molti felini hanno anche ciò che più o meno corrisponde alla criniera dei leoni, ovvero il pelo folto che li copre circolarmente intorno a collo e orecchie. Nel gatto domestico, conosciuto anche come Europeo, o Celtic, che è quello, per intenderci, dove spesso troviamo il mantello tigrato e/o una sorta di mascherina a forma di M sulla fronte, la criniera diventa spesso un ammasso attorno al muso, e prende per questo il nome di collare o gorgiera, proprio a ricordare quelle inamidate che si indossavano tra i membri delle classi nobili o benestanti nel XVI secolo. Un collare esteticamente molto apprezzato è anche nei gatti Persiani, che spesso hanno anche una grossa quantità di peli sulla coda. Si parla in questo caso di “coda a piumino” nel gergo tecnico, spesso anche di “coda a pennacchio”. Anche la coda però può presentarsi quasi del tutto priva di pelo, come nel caso del Siamese. Qualunque sia la scelta, gli appassionati dei gatti con pelo lungo riconoscono la vaporosità e la morbidezza del mantello come uno degli aspetti più affascinanti dei felini e sinceramente non si può dar loro torto.

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Il mantello

Il mantello è senz’altro per i gatti il primo segno distintivo o almeno quello che prima all’uomo risalta più all’occhio. Il micio domestico infatti è anche quello che possiede la più grossa gamma di mantelli, e proprio la varietà del manto è una peculiarità specifica che distingue razza per razza. I molteplici cambiamenti ed adattamenti del mantello dei gatti domestici è dovuto ad un misto di selezione prettamente naturale e scelte selettive operate da parte dell’uomo. In verità si presuppone che il mantello dei primi gatti fosse tigrato, poi la modificazione dal bio o tricolore verso la “tinta unita” (forse il nero o il bruno) avvenne piano piano a partire dal momento in cui per il micio non ci fu il bisogno di mimetizzarsi per difendersi o nascondersi dai predatori. I colori più scuri del mantello hanno visto poi aggiungersi gradualmente con il passare del tempo tonalità più chiare, come il rosso, bianco ed i colori, fino alla stragrande varietà di combinazioni che oggi tutti conosciamo. A prescindere dal colore che esso possa avere, il mantello mostra il risultato dunque di più strati, cioè una mescolanza di tre pezzi: il sottopelo, le setole e i peli di copertura (detti dominanti). Il sottopelo è sempre, come abbiamo visto, molto corto e morbido, ed il suo scopo è quello di permettere al gatto di mantenere l’isolamento del corpo. Certe tipologie di gatti, soprattutto quelle che da più tempo vivono a casa, o le cui origini sono nei paesi caldi, sono completamente prive ormai. Le setole infine, sono costituite da peli poco più allungati e irsuti rispetto al sottopelo, e che con lui vengono definite peli secondari. Infine il pelo dominante, conosciuti pure sotto il nome di peli primari, sono quelli più lunghi e forti, quelli visibili per lo più sul mantello.

Nella lunga serie di razze di mici domestici esistono ormai classificate tre varietà basilari, raggruppate tra loro a seconda della lunghezza del mantello. Ecco dunque che abbiamo gatti con pelo corto, con pelo semilungo e con pelo lungo.

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Gatti a pelo lungo e semilungo

Le varietà a pelo lungo non sono ideali per tutti e in molti luoghi posso trovarsi in difficoltà. Il loro pelo infatti, per quanto bello e morbido al tatto, è anche abbastanza delicato, e soprattutto nei paesi con clima caldo, il mantello crea loro non pochi disagi. In casi estremi addirittura diventa necessaria la tosatura, sopportata mal volentieri dall’animale, che perde così la sua unica protezione contro gi agenti esterni e i raggi solari, tanto che spesso gatti che hanno ricevuto questo trattamento hanno sofferto poi per tutta la vita a causa di forti colpi di sole. I gatti con il pelo lungo hanno inoltre bisogno, è naturale, di mille cure ed attenzioni e può rivelarsi molto difficile evitare loro di intrufolarsi in luoghi sporchi, che inevitabilmente rendono vano il nostro lavoro di toelettatuta giornaliera. La spazzola in questi casi è davvero un’ottima alleata, e bisognerebbe abituare a questa pratica quotidiana i gatti di questo tipo fin da cuccioli per evitare stressanti lotte tra voi ed il micio, soltanto per sciogliere un paio d nodi. L’alimentazione di questi gatti deve preveder necessariamente l’assunzione di olio d’oliva durante tutto l’anno, facendo attenzione a che questo elemento non infierisca troppo sul suo peso, oppure di specifiche paste, reperibili nei negozi di animali, che aiutano a espellere i peli ingeriti durante la loro pulizia quotidiana.

Le varietà con pelo semilungo esibiscono un mantello dai peli moderatamente lunghi, con il sottopelo fermamente ridotto rispetto per esempio al pelo dei gatti Persiani. La razza Maine Coon è ottima rappresentante di questa classe. Il mantello di questo gatto comprende un folta pelliccia con peli dominanti, che però hanno lunghezza irregolare, inoltre la lunghezza del loro pelo solitamente cambia visibilmente a seconda che ci sia una stagione calda o fredda. Durante l’estate infatti questi gatti perdono buona parte sia del sottopelo che del pelo di copertura, che poi si ricrea automaticamente con l’arrivo dei primi freddi. Solo la loro coda è immune da questo cambiamento repentino, restando folta e vaporosa per tutto l’anno. Altri gatti a pelo semilungo sono Gatto delle foreste norvegesi e il Gatto siberiano.


Gatti a pelo corto

Nella classe dei gatti con pelo corto sono compresi gatti davvero molto diversi tra loro. L'unica caratteristica accomunante è, come si può ben capire, riconducibile alla lunghezza (oseremmo dire alla “cortezza” ) del pelo. Per quanto corto però il mantello dei gatti di questo tipo, purchè siano sani, è liscio, setoso e morbido al tatto. Fanno parte di questa tipologia la maggior parte dei gatti orientali, come il Siamese ed il Manx, o il Bengala ed il Blu di Russia. Quando il sottopelo è abbastanza abbondante il gatto sembra anche più grossi di quanto in realtà non sia. Anche gli Sphynx fanno parte dei gatti con pelo corto, perché non sono del tutto nudi, presentano infatti una sottilissima peluria diffusa su tutto il corpo e aree rinfoltite alle estremità (zampe, muso e orecchie). I gatti a pelo corto hanno anche le sopracciglia ed i baffi corti rispetto alla norma, non hanno bisogno di particolari cure, basterà una spazzolata rinvigorente una volta a settimana, insistenti soltanto nei periodi di muta (a cambio stagione) perché è raro che sul loro mantello si formino nodi, il più delle volte la spazzola servirà a eliminare fili d’erba incastrati nel pelo o detriti cutanei. I gatti a pelo corto possono essere adottati senza troppi problemi in città con un clima rigido, l’importante è tenerli in casa e lasciarli uscire all’aria aperta, se proprio son abituati, soltanto d’estate. Evitare assolutamente invece di fargli lasciare il tepore casalingo se fuori piove o nevica. Tranne, che nel periodo della muta è, come anticipato, sufficiente una spazzolata ogni cinque-sette giorni e, a differenza dei loro amici cani, non è necessario, e risulta parecchio fastidioso per loro, spazzolarli contro pelo. Se si ha l’accortezza di passare delicatamente una pelle di camoscio pulita sul mantello dopo la spazzolata, il loro pelo risulterà ancora più lucido e bello. Esistono però gatti dalla cute talmente delicata che si rende necessario acquistare spazzole con setole progettate apposta per loro. E’ il caso, per esempio, dei gatti di razza Devon Rex.


Gatti tricolore

I gatti tricolori sono quelli che presentano sul mantello peli neri, rossi e bianchi. Esistono in natura pezzati o con combinazione di colori detta a “squama di tartaruga”, e non sono diffusissimi, ma hanno senz’altro un fascino molto particolare. La ridotta diffusione di questo tipo di mantello è dovuta a motivazioni di tipo genetico, pare infatti che questo sia un carattere genetico remissivo, in pratica è il frutto di probabilità in un accoppiamento tra una gatta con il mantello rosso ed un gatto completamente nero. Sempre per questioni genetiche i gatti tricolore sono solitamente di sesso femminile, perché i fratellini maschi nati da questo accoppiamento sono quasi sempre esclusivamente rossi, tanto che si è notato quanto, nel caso di cucciolate con maschietti tricolori, questi ultimi finiscono con l’essere quasi sempre sterili. La spiegazione, riportata in soldoni del legame tra sesso e colore del mantello è, come abbiamo visto, di tipo genetico. Come avviene nell’uomo, il sesso in un gatto è determinato dalla combinazione di una coppia di cromosomi.

nella femmina la coppia è uguale (XX), nel maschio è differente (XY). I geni che racchiudono in sè l’informazione riguardante il colore del mantello sono localizzati proprio nei cromosomi X e ognuno di questi cromosomi può racchiudere l’informazione di un colore soltanto. Quindi tenendo conto che dal punto di vista genetico il bianco non è un colore, ma deriva solo dall’assenza di un colore, si può comprendere per quale motivo solo le femmine possono essere tricolori (ovvero possono essere letteralmente “con un colore” e “senza un colore”in una volta sola. I gatti maschi invece, potendo codificare solo un colore alla volta più eventualmente il bianco, finiscono per essere molto raramente “di più colori” in una volta sola. E’ per questo motivo, tra l’altro, che i gatti a pelo rosso sono quasi sempre di sesso maschile.

Quando si parla di mantello rosso però non bisogna incorrere nell’errore di credere che si tratti delle sfumature bruno chiaro dei peli in molti gatti neri sotto il sole estivo, cosa che avviene per effetto dei raggi ultravioletti.


Il colore del mantello e le maschere

I gatti tricolori sono quelli che presentano sul mantello peli neri, rossi e bianchi. Esistono in natura pezzati o con combinazione di colori detta a “squama di tartaruga”, e non sono diffusissimi, ma hanno senz’altro un fascino molto particolare. La ridotta diffusione di questo tipo di mantello è dovuta a motivazioni di tipo genetico, pare infatti che questo sia un carattere genetico remissivo, in pratica è il frutto di probabilità in un accoppiamento tra una gatta con il mantello rosso ed un gatto completamente nero. Sempre per questioni genetiche i gatti tricolore sono solitamente di sesso femminile, perché i fratellini maschi nati da questo accoppiamento sono quasi sempre esclusivamente rossi, tanto che si è notato quanto, nel caso di cucciolate con maschietti tricolori, questi ultimi finiscono con l’essere quasi sempre sterili. La spiegazione, riportata in soldoni del legame tra sesso e colore del mantello è, come abbiamo visto, di tipo genetico. Come avviene nell’uomo, il sesso in un gatto è determinato dalla combinazione di una coppia di cromosomi.

nella femmina la coppia è uguale (XX), nel maschio è differente (XY). I geni che racchiudono in sè l’informazione riguardante il colore del mantello sono localizzati proprio nei cromosomi X e ognuno di questi cromosomi può racchiudere l’informazione di un colore soltanto. Quindi tenendo conto che dal punto di vista genetico il bianco non è un colore, ma deriva solo dall’assenza di un colore, si può comprendere per quale motivo solo le femmine possono essere tricolori (ovvero possono essere letteralmente “con un colore” e “senza un colore”in una volta sola. I gatti maschi invece, potendo codificare solo un colore alla volta più eventualmente il bianco, finiscono per essere molto raramente “di più colori” in una volta sola. E’ per questo motivo, tra l’altro, che i gatti a pelo rosso sono quasi sempre di sesso maschile.

Quando si parla di mantello rosso però non bisogna incorrere nell’errore di credere che si tratti delle sfumature bruno chiaro dei peli in molti gatti neri sotto il sole estivo, cosa che avviene per effetto dei raggi ultravioletti.


Quando il mantello è bianco

Il gatto a mantello bianco spesso è affetto da sordità, le cause di questa menomazione si trovano legate al cromosoma del colore. In generale, facendo i conti con la genetica, possiamo affermare che tutti i gatti hanno nel proprio patrimonio genetico il gene della sordità, sono dunque in qualche modo “portatori sani” e lo trasmettono a tutti i cuccioli. In base poi alla combinazione genetica dei piccoli, questi possono nascere o meno con la menomazione. Statisticamente il gatto bianco con occhi azzurri ha una maggior probabilità di essere sordo. Essendo questa sordità una menomazione e non una patologia purtroppo non esistono cure per porvi rimedio. I gatti sordi possono vivere una vita normale, a patto che soggiornino in un ambiente che non sia pericoloso. Ecco perché non potrebbero per esempio vivere in strada. In un appartamento però i restanti sensi compenseranno perfettamente la sua menomazione.


Pelo Gatto: Selezione e pedigree

I selezionatori hanno imparato in qualche modo a “giocare” con la genetica del gatto, per quanto riguarda il coloro e i disegni del mantello e attualmente gli accoppiamenti indotti hanno portato a risultati che rasentano la perfezione ed i desideri di chi li alleva. La panoramica riportata più su ben descrive le varietà e le sfumature di colore che oggi è possibile ricercare e “ricreare” nei cuccioli. Il lavoro e lo studio continuo da parte dei selezionatori ha dunque permesso di far nascere gattini il cui pelo può essere quasi del tutto scelto prima della sua nascita. Altri particolari sul colore del mantello dei gatti sono dati dal gene “O” (orange), che trasforma i pigmenti di colore in feomelanina (sostanza che colora più scura un’areola). Abbiamo visto come il gene “O” sia “sex-linked” cioè legato al sesso. Il mantello dei gatti bianchi invece dipende dal gene “W” (White), un gene molto particolare in quanto dominante, cioè nasconde gli effetti di tutti gli altri geni responsabili del colore e della sua ripartizione. Queste conoscenze nel campo della genetica hanno portato anche, più in generale, a comprendere la causa e le predisposizioni per particolari patologie feline. Sfortunatamente questo non è bastato a fare in modo che i gatti di razza, dotati di particolari pedigree, spesso risultino di salute leggermente più cagionevole, nel complesso, dei comuni gatti domestici. Non siamo davanti a problematiche insormontabili comunque, l’attenzione e l’amore per il nostro gatto lo preserverà dalle più comuni patologie in ogni caso, sia esso di razza o meticcio.



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