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La stagione dei calori per la gatta femmina si presenta normalmente dalla primavera ai primi momenti dell’autunno, con una durata media che và dai venti ai trenta giorni. Il rito dell’accoppiamento, entro questo lasso di tempo, può avvenire per parecchie volte, anche direttamente consecutive, e non è raro che una unica cucciolata abbia più di un padre biologico. I primi calori di una gatta però solitamente non sono ancora “maturi”, infatti è molto raro che si verifichi una gravidanza. Per essere certi che la nostra micia sia rimasta incinta tocca aspettare il secondo, meglio il terzo, calore. Il che porta l’età della gatta, mediamente, intorno all’anno. Fatto sta che, pur se non siamo specialisti veterinari, se abbiamo una gatta in casa, non appena giunge il primo estro non possiamo fare a meno di accorgercene: vedremo la nostra calmissima micetta cominciare a lamentarsi in continuazione, trascinare il sedere in terra per lunghi tratti di pavimento, cambiare gusti alimentari e chiedere insistentemente coccole ed attenzioni, spesso scoprendo con la coda le parti intime. Tutta questa serie di cambiamenti non deve spaventare in quanto è il naturale risultato del picco di ormoni sessuali. Se però l’inappetenza, l’aumento di sete e gli stati simil-depressivi continuano in maniera inaccettabile, una visita dal veterinario potrà confermare o, meglio, scongiurare, il rischio di patologie e tumori all’apparato genitale.
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Se decidiamo di non sterilizzare la gatta che vive in casa con noi, dobbiamo prepararci ai suoi cambiamenti di abitudine, nonché ad avere nel giardino o, se è accessibile, fuori la porta di casa, stuoli di gatti randagi richiamati dalla nostra micia. Altrettanto vale per un eventuale ospite maschio, il rilascio di feromoni d parte delle gatte del circondario può far uscire fuori di testa anche il micio più buono e ubbidiente, che si apposterà vicino la porta d’ingresso per sgattaiolare fuori appena ne ha la possibilità e spesso non ritorna se non dopo parecchi giorni. Anche il marcamento del territorio con un’urina di odore particolarmente pungente è un classico comportamento da maschio in calore. Comprese le zuffe con altri mici e le conseguenti ferite da lotta con cui tornerà a casa. L’urina di tutti i gatti ha un odore forte, ma quella di un maschio non castrato possiede un tanfo maleodorante assai particolare. Un gatto intero urinerà non solo nella sua lettiera ma anche sui muri, tende e su quasi ogni cosa che gli capiti a tiro. Lo farà perché è sessualmente eccitato o perché sta marcando il territorio o per entrambe le cose, e l’odore di urina può trasformare la casa in un ambiente maleodorante davvero inabitabile per il proprietario.
Questi descritti sono comportamenti che spariscono immediatamente se il gatto (o la gatta) viene sterilizzato. E’ importante però prendere questa decisione nel minor tempo possibile perché se si provvede ad operare il proprio animale dopo una certa età è probabile che alcune abitudini legate ai calori restino radicate in ogni caso.
A differenza della femmina che si struscia contro gli oggetti il gatto maschio “intero” (ovvero non sterilizzato) è sempre disponibile all’accoppiamento, sarà sempre eccitato, ma raggiungerà il picco in primavera quando percepirà con le orecchie e con l’olfatto i richiami amorosi delle gatte in estro. Se si da al gatto la facoltà di uscire tutto si risolve in genere, senza ulteriori disagi per il padrone. La parola spruzzare viene a volte usata per indicare in generale l’atto di urinare, ma di fatto solo i gatti non castrati effettivamente “spruzzano”. Dunque dobbiamo imparare a non preoccuparci molto se durante questo periodo e, solitamente, per tutta la durata dell’estate, il micio sarà nervoso, perderà l’appetito e sparirà da un momento all’altro, ripresentandosi poi come se fosse andato a far botte. E dobbiamo aver pazienza se la nostra gatta intonerà lamentosi e strazianti concerti solitari, non ci lascerà in pace tutto il giorno, e struscerà l’intero corpo contro ogni cosa che le capiti a tiro. Dobbiamo sempre tenere presente che se non abbiamo la possibilità di accogliere i futuri cuccioli nella nostra casa, allora l’unica cosa da fare è portare i nostri mici dal veterinario per la sterilizzazione. Molti amanti dei gatti sono contrari a questa pratica diffusa, perché sono convinti che la natura debba sempre fare il suo corso. L’intenzione è lodevole, un po’ meno lo è la necessità di sbarazzarsi delle cucciolate, che possono essere anche molto ricche, e finire a rimpinguare il numero già alto di gatti randagi o colonie feline. Le ultime statistiche parlano, soltanto in Italia, di oltre un milione e mezzo di gatti senza un padrone ed una casa. La sterilizzazione è un metodo collaudato e ormai del tutto sicuro per la salute di entrambi i gatti. E permette di evitare che, per far si che la natura compia il suo corso per un gatto, altri gatti vadano di mezzo facendo una fine triste. E non si pensi che con un gatto maschio il fenomeno cambi: lasciare il proprio micio intero libero di accoppiarsi è comunque una scelta che contribuisce al randagismo, per cui ricorrere alla castrazione alla fine è sempre la scelta più responsabile per il proprio gatto e per sé. Tanto più che entrambi gli interventi, per il gatto e la gatta, sono semplicissimi, non comportano alcun danno a posteriori, costano una cifra contenuta e sono poco invasivi, purchè ci si rivolga, ovviamente, ad un buon veterinario e non ad un macellaio. Sono da sconsigliare anche i medicinali che inibiscono il calore nelle gatte, perché possono dare a lungo andare, effetti collaterali anche gravi.
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