Cara Laura,
grazie per aver scritto alla nostra rubrica.La tua curiosità è interessante e per nulla banale.Infatti ciò che ti hanno detto potremmo dire che è in parte vero e in parte no.Con la procedura di vaccinazione si somministrano agli animali virus che non sono virulenti (cioè non aggressivi e quindi non in grado di dar malattia) come quelli che si trovano in ambiente, ma conservano però le stesse capacità immunogene e cioè di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi. Si stima che dopo una vaccinazione completa il soggetto possa esser coperto per diversi anni, ma per sicurezza si effettuano richiami ogni anno.Se si possiede una femmina e si ha intenzione un giorno di farla figliare, sarebbe buona cosa mantenere effettivo un programma di vaccinazione. Infatti la madre un po’ durante la gravidanza, ma soprattutto nei primissimi giorni di allattamento tramite il colostro (secreto prodotto dalla ghiandola mammaria nelle prime 48-72 ore post partum) è in grado di “passare” il suo corredo anticorpale ai cuccioli. Questa, definita “immunità materna o passiva”, ha una durata variabile in base al singolo anticorpo che si prende in considerazione, in genere, sommariamente, si stima una durata di due mesi. L’immunità materna è considerata passiva perché il piccolo la acquisisce dalla madre, ma in sé egli non ha gli elementi (virus e batteri vaccinali o ambientali) che possono stimolare la produzione attiva di anticorpi, ecco perché allo scemare dell’immunità passiva questo si ritrova “scoperto” e bisogna provvedere prontamente a stimolare l’immunità attiva(produzione attiva di anticorpi) con la vaccinazione.L’immunità materna però, essendo costituita da anticorpi, entra in contrasto e reagisce con il vaccino (costituito da virus non patogeni) annientandolo, e rendendo così la sua azione nulla. Ecco perché è di particolare importanza effettuare la prima vaccinazione del piccolo in un periodo in cui l’immunità materna è scesa al punto giusto da essere ancora abbastanza protettiva, senza però interferire negativamente sull’azione del vaccino.Concludendo e rispondendo alla tua domanda, ciò che ti hanno riferito può esser vero, se la madre non era coperta da vaccino e quindi non in grado di trasmettere anticorpi utili alla protezione; al contrario quella affermazione è errata.La presenza di altri gatti nello stesso ambiente in cui risiedono i cuccioli può sì esser fattore di rischio se questi altri gatti non sono coperti da vaccino FIV-FeLV , il rischio aumenta se gli animali non sono individui esclusivamente casalinghi. Infatti la possibilità di uscire di casa aumenta il rischio di contrarre infezione da altri gatti randagi. Sperando di poterti essere stati di aiuto, ti porgiamo i migliori saluti.
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