Generalmente i sintomi più comuni a tutti i parassiti infettanti sono diarrea e vomito (anche con la presenza di sangue), alito sgradevole, gonfiore del ventre, aumento dell’appetito ma con dimagrimento, disidratazione, anemia, e con il peggioramento delle condizioni generali, nei casi più gravi, può portare alla morte. La prima cosa da fare per curare il cane infestato, è sapere da quale verme è stato colpito: certi vermifughi infatti si rilevano efficaci per un certo tipo di verme ma poi sono del tutto inutili per altri tipi, ce ne sono anche di polivalenti comunque, il veterinario sarà il miglior consigliere anche in questo caso. Per sapere da quale verme è stato infestato il nostro cane bisogna sempre eseguire un analisi delle feci poi, una volta a conoscenza del risultato, si potrà stabilire il corretto protocollo di sverminazione (la cui stesura sarà compito del veterinario ovviamente). Questo protocollo, oltre a curare il cane dall’infestazione dei vermi parassiti, dovrà essere differito nel tempo per fare in modo che la prevenzione diventi un’arma sicura contro una eventuale recidiva. Negli allevamenti è una buona consuetudine far sverminare sempre le fattrici, ciclicamente, almeno due o tre giorni prima dell’accoppiamento, da dieci a quindici giorni prima della data prevista per il parto e da quindici a venti giorni oltre il parto più eventualmente, ogni quindici giorni durante l’intero periodo dell’allattamento. Altra buona cosa da ricordare a proposito di infestazione da vermi è stare attenti al nostro cane quando lecca o ingerisce ciò che trova per strada, soprattutto feci di altri animali, se lo vediamo dovremmo cercare di evitare, e di non somministrare mai cibi crudi, che potrebbero essere infestati, perché tale profilassi ha un ruolo importantissimo anche nei riguardi della salute del padrone del cane.
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La specie di Anchilostomi più diffusa in Italia è l'Ancylostoma caninum, parassita esclusivamente ematofago, cioè capace di nutrirsi soltanto di sangue dell’ospite. Le uova generate dai soggetti adulti che vivono nell'intestino tenue, vengono abbandonate attraverso le feci nell'ambiente, dove si trasformano in larve pronte ad infettare. Queste possono poi rientrare nel cane in due diversi modi: per ingestione, attraverso la quale raggiungono prima lo stomaco, e poi migrano verso l'intestino tenue; oppure possono introdursi attraverso la cute. Le larve infatti riescono a sciogliere i componenti della pelle del cane, in questo modo giungono al circolo sanguigno, mediante il quale poi arrivano all'intestino, che è la loro sede finale. Come in ogni patologia i più soggetti a queste malattie sono i cani più giovani, siccome il loro sistema immunitario è ancora carente, perciò essi hanno una grande importanza nella diffusione e nel prosieguo del ciclo. I sintomi con cui si manifesta una tipica infestazione da Anchilostomi sono molto evidenti e anche piuttosto gravi: si parla di enterite emorragica (in alcuni casi anche molto possente), anemia con evoluzione progressiva, a causa del sanguinamento delle ulcerazioni causate dal parassita e per la sua azione ematofaga, deperimento generale e spesso anche delle evidenti lesioni cutanee.
Questi vermi intestinali si riscontrano più facilmente negli animali giovani visto che gli adulti entro una certa età diventano generalmente immuni, l‘infezione avviene con l’ingestione delle uova prodotte dai parassiti adulti nell`intestino del cane. Le larve a volte, oltre a penetrare nell`organismo attraverso la pelle, possono essere trasmesse anche con il latte materno. Quando questi vermi arrivano nell`intestino si attaccano con forza alla parete intestinale, tramite uncini sul capo o sul corpo, e si cibano del sangue del cane infetto. Esistono sul mercato vermifughi molto efficaci contro buona parte degli anchilostomi, il veterinario saprà suggerire il prodotto e il dosaggio adeguato al singolo cane malato, dopo averne accertato la diagnosi e lo stato. Nei cuccioli che hanno un’infestazione seria, possono rendersi necessarie trasfusioni per la forte anemia che la sottrazione di sangue comporta, nelle infestazioni gravi di cuccioli e adulti, se v’è pure carenza di ferro, è opportuno ricorrere anche ad appositi integratori. E’ possibile fare trattamenti preventivi sui cani che vivono in zone dove è costantemente presente o molto frequente nella popolazione canina, somministrando il vermifugo a intervalli regolari. Questo permette di evitare continue infestazioni ed a fortificare il sistema immunitario del cane per non incorrere in altro tipo di problemi.La tenia, detta anche generalmente “verme solitario”, è un parassita soggetto a metamorfosi, che può trasferirsi da cane a cane e da cane a un altro animale di diversa specie. Il nome della patologia è lo stesso che per un’altra malattia che si può presentare anche nell’uomo. Nel caso di infestazione da “Diphylidium caninum” comunque, che è la tenia più frequente nel cane, l’ospite intermedio è la pulce che, ingerita dal cane che si lecca, libera le larve del parassita, dando così origine nell’intestino dell’ospite al verme vero e proprio. La tenia, come essere, è priva di una bocca e di un tubo digerente, ma ciò non rappresenta un problema per il suo metabolismo, dal momento che essa vive nell'intestino dell'ospite, circondata da un brodo di sostanze già digerite che assorbe attraverso la superficie del corpo. La tenia è suddivisa in tanti segmenti che poi vengono espulsi dal cane attraverso le feci, che sono quelli che si possono vedere ad occhio nudo, di aspetto come grani di riso che si contorcono.
Eliminare questo verme non è semplicissimo, c’è bisogno di vari trattamenti ripetuti, ma cosa basilare, pena la ricaduta nella malattia, bisogna continuamente bonificare dalle pulci il cane e tutto l’ambiente che lo ospita, trattandolo con prodotti specifici e molto forti.L’Ascaridiosi invece è una patologia causata da vermi lunghi e tondi, gli ascaridi appunto, che hanno l’aspetto di un sottile spaghetto. Questi particolari vermi vivono nell’intestino tenue del cane, dove si nutrono del cibo parzialmente digerito, sottraendo così il nutrimento al cane che, per questo, tende a deperire con una certa velocità. Da qui in seguito, passano attraverso le pareti intestinali, fino ad entrare nel circolo sanguigno tramite il fegato e giungendo infine ai polmoni ad alla trachea, da cui possono essere successivamente espulsi con la tosse o inghiottiti per ritornare nell’intestino.Le leishmanie sono organismi che completano il loro ciclo vitale tra due ospiti, uno vertebrato che svolge il ruolo di serbatoio e, l’altro invertebrato , che rappresenta il vettore. Quando una femmina ematofoga ( invertebrato) si nutre da un ospite vertebrato infetto, ingerisce le leishmanie e queste all’interno dell’intestino dell’insetto ematofogo subiscono delle modificazioni, diventando forme attive pronte ad infettare nuovamente un altro vertebrato. La durata del ciclo all’interno del flebotomo ( parassita che veicola un virus), varia da pochi giorni a diciannove –venti giorni. Bisogna ricordare che il ciclo è influenzato dalla temperatura esterna, in quanto al di sotto di dieci gradi centigradi è completamente inibito.. Come detto sopra, il ciclo prosegue con l’infezione di un ospite vertebrato ( cane ) andando a parassitare il macrofago ( essere che ha la capacità di inglobare nel suo citoplasma particelle estranee, compresi i microrganismi, e di distruggerle). Nel cane vengono riportate due forme di malattia, la forma acuta e la forma cronica, anche se la differenziazione non è così chiara, gli apparati colpiti ed i sintomi sono quindi molteplici, si possono avere: lesioni cutanee; dimagrimento; zoppia; epistassi ( fuoriuscita di sangue dal naso); ascite (raccolta di liquido nella cavità peritoneale) ecc..
I cani malati non sottoposti a terapia andranno incontro a morte nella quasi totalità dei casi. La prevenzione della malattia può essere conseguita attraverso interventi sanitari sui vettori e sui serbatoi di leishmania. Per quanto riguarda i flebotomi , ottimi risultati si possono ottenere utilizzando delle fonti luminose che agiscono come trappole durante le ore notturne, logicamente usate in piccoli ambienti, mentre sul cane è possibile l’applicazione di sostanze repellenti alle zanzare, anche se queste sostanze non sono prive di aspetti negativi. I serbatoi di leishmania patogena per il cane o per l’uomo, nel nostro territorio, sono le volpi, i ratti, i roditori che vivono allo stato selvatico ed i cani randagi. Finchè esisteranno tali serbatoi è inutile ed anche illusorio pensare di combattere la leishmania uccidendo i cani domestici nei quali è stata accertata la malattia. In attesa di un vaccino, la profilassi sanitaria rimane l’unico intervento per proteggere sia l’uomo che il suo cane attraverso la lotta al randagismo.Anche se i cuccioli appaiono belli e crescono bene, mangiano e dormono senza fare altro, felici e contenti, non bisogna illudersi con la sicurezza che non siano infestati da vermi. I parassiti intestinali, come gli ascaridi, se vengono trasmessi dalla madre ancora nel periodo fetale, sono già all’opera nei nascituri e non tarderanno certo a provocare danni, anche gravi, di cui sono capaci. Se una cucciolata infestata, una volta adulta verrà impiegata come fattrice, non appena sarà gravida vedrà i suoi embrioni infestarsi e partorirà cuccioli già completamente infetti dall’ascaridiosi. Da qui la grande importanza di presentare davanti al cane maschio una cagnetta che sia ciclicamente sverminata, Quindi non bisogna esitare ad effettuare la prima verminazione, con i numerosi ed efficaci prodotti esistenti sul mercato per lo scopo, che si ripeteranno ogni due settimane fino al termine del piano di profilassi di base, che servirà contro le malattie infettive e che coincide fino al compimento del terzo anno di vita del cane. Il vermifugo consigliato è un prodotto ad azione polivalente (in grado cioè di uccidere anche gli altri tipi di parassiti), tra i quali vale la pena di ricordare gli anchilostomi e i tricocefali. Questi ultimi sono vermi sottili che possono essere lunghi fino a sette cm, i sintomi della cui infestazione sono diarrea emorragica con conseguente anemia e, nei casi più gravi, la morte.
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