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Malattia contagiosa di cani, volpi, furetti e visoni caratterizzata da catarro delle mucose digerenti e respiratorie con interessamento encefalico di diversa gravità, provocata da un “ Paramyxovirus”. Si trasmette solitamente per contatto tra cani malati e sani, per via aerogena, e risultano più sensibili i cani selezionati, i giovani e gli adulti non vaccinati e che non abbiano superato la malattia. Il cimurro è caratterizzato da febbre, muco che cola da naco e occhi, debolezza, disturbi gastro-enterici e , in caso di complicanze batteriche, broncopolmonite, gastro-enterite, pustole alla pelle dell’addome e cosce. L’encefalite da cimurro provoca depressione, movimenti scoordinati, crisi epilettiche e persino coma. Spesso si associa a indurimento dei cuscinetti plantari. Nel cane, nelle forme non complicate, la mortalità è modesta , qualora non insorgano sintomi nervosi, ma possono residuare postumi ( alterazioni dentarie, insufficienza cardiaca, cheratiti, disturbi nervosi).
La diagnosi clinica è agevole e si avvale di esami di laboratorio; la profilassi si basa su rigorose misure di controllo e isolamento e sulla vaccinazione mentre la terapia è soltanto sintomatica e mira ad evitare le gravi complicanze batteriche. Dunque anche in questo caso la prevenzione è l’arma migliore e più efficace.Questa infezione è provocata dalla zecca bruna del cane (Rhipicephalus sanguineus) che è sia il vettore sia il principale serbatoio di Ehrlichiosi canis e che attacca la malattia succhiando il sangue dell’ospite. Il cane colpito viene contaminato tramite le secrezioni salivari della zecca; il periodo di incubazione va dai 7 ai 21 giorni. Il microrganismo portatore di questa malattia è l’ickettsia (una forma intermedia tra batterio e virus), al microscopio questo esserino ha la forma a bastoncino, tondeggiante e filamentoso. il cane infestato presenta tre differenti fasi cliniche: acuta, subclinica e cronica.
La fase acuta dura circa quindici- trenta giorni e si presenta con sintomi clinici come apatia, letargia, ipertermia, calo di peso, depressione, disturbi emorragici , ingrossamento dei linfonodi, aumento del volume della milza e la presenza di noduli in essa, infine il calo delle piastrine fino alla loro distruzione ed una forte anemia. E’ bene fare gli esami di laboratorio appropriati dopo una o due settimane perché prima potrebbero dare esito negativo anche se la malattia c’è.La fase subclinica segue la fase acuta della malattia ed è priva di sintomi specifici; la sua durata non può essere stabilita perché molto dipende dall’ età, dalla salute e dallo stato immunitario del cane attaccato: infatti in seguito a stimoli stressanti o trattamenti immunodepressivi si trasforma nella fase cronica.La fase cronica è caratterizzata da ingrossamento del tessuto linfoide, riduzione di tutte le cellule presenti nel sangue, e aumento della concentrazione di globuline nel sangue ; le manifestazioni cliniche sono spesso dovute da una massiccia ma inefficace risposta immunologia del cane verso il batterio e sono: alterazioni della coagulazione con delle macchioline color rosso porpora che coinvolgono pelle e mucose( dovute al sanguinamento all’interno della pelle, o meglio allo stravaso dello stesso negli spazi cutanei interni);dimagrimento; pallore delle mucose, aumento del volume della milza e ingrossamento dei linfonodi, alterazioni oculari tipo come uveite bilaterale, ifema (raccolta di sangue nella camera anteriore dell'occhio), corioretinite (focolaio di infiammazione della coroide e della retina), emorragie retiniche e glaucoma; edema degli arti, infiammazione dei reni e deficit neurologici centrali. La diagnosi di Ehrlichiosi canina si basa di solito sulla evidenziazione dei segni clinici presenti e sull’utilizzo di test diagnostici specifici, possibili da effettuare anche a livello ambulatoriale. La sintomatologia è ampia per cui sarà semplice notare almeno uno dei problemi nel proprio cane e cominciare un check up completo.Per la cura della Ehrlichiosi canina solitamente i veterinari somministrano un mix di medicinali che elimino l’agente infettivo dal corpo del cane. La sostanza medicinale più comune ed utilizzata in questi casi è la Doxiciclina, ma molto dipende dall’esperienza medica del veterinario. Spesso dopo le prime applicazioni di medicinale sembra che il cane reagisca molto bene e che quindi non sia necessario completare la terapia prescritta dal medico. Niente di più sbagliato: bisogna infatti considerare che in alcuni casi (soprattutto nelle forme croniche) il titolo anticorpale può permanere elevato per alcuni mesi anche dopo un opportuno trattamento medico e che quindi per assicurarsi dell’efficacia della terapia si devono necessariamente valutare anche le condizioni cliniche del cane da parte del veterinario e non dei proprietari che spesso vista la rapida risoluzione delle manifestazioni cliniche sospendono troppo presto la terapia e favoriscono così la sua recidiva. Quando il caso clinic è piuttosto grave, alla terapia solita si aggiunge una fluidoterapia , cioè trasfusioni cicliche di derivati ematici come sangue intero, plasma fresco congelato e plasma congelato, piastrine o globuli rossi concentrati, albumine umane. La scelta di quale prodotto utilizzare però, oltre a tener conto della disponibilità e del costo non sempre affrontabili dal proprietario, deve basarsi su un insieme di valutazioni del veterinario.
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