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Se servisse ancora chiarire questo concetto, non esiste una razza specifica che ha l’abitudine di mordere il padrone, o i bambini o gli estranei. Nessun cane, se cresciuto in un ambiente sereno, si sente in diritto di prendere a morsi gli esseri umani, ammesso che questo non sia un loro modo per difendersi da qualche trauma ricevuto. Non esistono cani killer, o razze violente per il solo gusto di esserlo. Come avviene nelle persone però ci sono cani che per indole naturale sono più aggressivi di altri. Ma l’essere aggressivi o remissivi sono due componenti caratteriali come tante altre. Del resto anche negli esseri umani esistono persone più impulsive di natura e persone meno. E’ vero che l’aggressività è stata selezionata come caratteristica in alcune razze più che in altre, dove si è optato per mantenere viva una certa remissività, ma questo non significa che esistano cani palesemente nervosi o arrabbiati con l’uomo. Anche perché solitamente l’aggressività è stata selezionata per i cani da caccia nei confronti delle prede, in modo da evitare ferite e graffi nelle lotte per fermarle (né è un tipico esempio il Terrier), oppure verso altri cani in caso di esemplari allevati per il combattimento o le gare. Tra l’altro sembra che i cani più aggressivi con le loro prede e con i loro simili siano invece incredibilmente affezionati ai padroni e sono molto dolci nei confronti dei bambini. Purtroppo esistono ancora pratiche legate ai combattimenti illegali per cui allevatori tirano su cani a suon di violenza e abnegazione, un modo come un altro per renderlo cattivo e guadagnarci del denaro. E purtroppo nulla di ciò che farà poi sarà colpa del cane. Vittima di violenza e mancanza di amore anche un pechinese può diventare pericoloso. Il cervello di questi animali è delicato ed innescare reazioni legate alla violenza vuol dire rovinare un cane anche per sempre. Il vero problema è che un cane per compiacere il proprio padrone è disposto a tutto, e di questo la gente senza scrupoli se ne approfitta.
Esistono milioni di famiglie in cui bambini e cani, anche di taglia grande, convivono pacificamente andando d’amore e d’accordo. E’ vero però che i bambini monelli a volte possono essere davvero imprevedibili. Dunque se decidiamo di adottare un cane ed in casa con noi c’è un bimbo faremo bene a prendere alcuni piccoli provvedimenti. Prima di tutto toccherà fare un discorsetto al bambino, con dolcezza spiegargli che il cane che arriverà sarà un amico, uno di famiglia, come un fratellino, ma non un giocattolo da strapazzare. Cerchiamo di fargli capire che se lo tratta bene non ne deve aver paura. Bisognerà poi, una volta che il cane sarà diventato parte della famiglia, evitare di gridare o fare movimenti bruschi se il nostro bimbo si avvicina al cane di sua spontanea volontà. Questo è importante perché il cane può percepire la nostra paura e la nostra preoccupazione e vedere di conseguenza nel bambino un nemico. Basterà con voce calma e serena ricordare al bambino di essere delicato e di non “infastidire” troppo il cane, che intanto potrebbe già esserci prostrato a terra con la pancia all’aria per ricevere le sue carezze e giocare con lui. Stesso discorso vale anche con un cane sconosciuto. Stare attenti e vigili mentre il bambino gli si avvicina oppure avvicinarsi con lui e accovacciarsi alla sua altezza possono bastare ad evitare spiacevoli imprevisti. Anche intimidazioni al bambino come “non toccarlo, ti morde” o “stai è pieno di pulci” sono prive di senso, la prima per quanto è stato appena spiegato, la seconda perché nella realtà, le pulci non amano il sangue umano per cui è poco probabile che, se davvero sono ospiti di un cane, vogliano approfittare della presenza del bambino o di qualunque altro essere umano. I padroni che portano in giro cani “potenzialmente pericolosi” sono obbligati a mettere loro la museruola, per cui se non ne vediamo al muso, probabilmente il cane è davvero tranquillo. Anche perché in caso di morsi il padrone è il primo a pagarne le salate conseguenze. Se invece è il caso di un cane randagio solitamente, se non gradisce le attenzioni del bambino, semplicemente se ne allontana, allontanando così anche il problema e le preoccupazioni.
Prendere in casa un cucciolo comporta vantaggi e rischi diversi dal decidere di adottare un cane adulto.
Per esempio se si acquista un cagnetto più giovane di un anno avremo la possibilità, per quanto sarà possibile, di formare il suo carattere, ma ci saremo risparmiati, se ha almeno cinque mesi, tutti i problemi relativi all’insegnamento del comportarsi in maniera civile. Un cucciolone infatti ha già imparato solitamente a chiedere di uscire per i suoi bisogni, o imparerà in tempi ristretti, e poi avrà già la dentatura fissa, per cui non sarà in preda ad atti vandalici di rosicchiamento mobili, e avremo scongiurato in lui il rischio di malattie congenite. Infine dovrebbe aver già imparato a riconoscere e gestire semplici ordini dal padrone, come “vieni” e “no”. Al lato opposto della medaglia però avrà un bagaglio di esperienze derivanti dal precedente padrone, che se non è stato in grado di educarlo in maniera corretta potrebbe crearci seri guai nel cercare di distoglierlo da cattive abitudini, se poi appartiene ad una di quelle razze la cui maturità è davvero precoce, diventerà una vera impresa imporgli nuovi ordini. Dobbiamo sperare che appartenga quindi ad una razza in cui v’è il riconoscimento di una certa gerarchia, in modo da imporci una volta per tutte come unico e solo capobranco. Un cucciolone esteticamente molto bello o molto incline al lavoro avrà un prezzo più alto in proporzione rispetto ad un cucciolo dello stesso tipo, in cui queste attitudini non sono ancora chiare, se a noi invece non interessa molto la sua perfezione a livello di standard estetico possiamo trovare il nostro amico tra gli esemplari che vengono esclusi dagli standard per qualche particolare estetico. E’ il caso, per esempio di cani con occhi leggermente più scuri o chiari di quanto prescrive lo standard di razza. In effetti non ha senso acquistare un esemplare campione o futuro tale se la nostra idea non è quella di farlo gareggiare.Se invece optiamo per un cane adulto il discorso è più sicuro se intendiamo farlo partecipare a esposizioni o gare. Ci costerà senz’altro di più ma a differenza di un cucciolo, non baseremo le nostre speranze su come cresce e come diventerà avendolo già in qualche modo “pronto”. Un adulto dunque ci richiederà in questo senso meno cure e sarà libero da malattie genetiche. Un cane adulto però ci limiterà tutto l’entusiasmo e la gioia del vederlo crescere, vederlo farsi grande e cambiare sotto i nostri occhi e grazie al nostro amore. E’ vero che spenderemo per lui meno soldi in pappine e vaccini, ma probabilmente le soddisfazioni che ci da un cucciolo che impara a trotterellare dietro di noi ci verranno negate. E, anche se un cane adulto sarà immediatamente utilizzabile per la riproduzione dobbiamo anche calcolare che, avendo già passato alcuni anni lontano da noi, resterà nella nostra famiglia un tempo più ristretto. C’è anche da pensare che se il cane è stato abituato a non trattare con i bambini o altri animali è difficile che cambierà abitudini. Non impossibile però, occorrerà una certa dose di pazienza per correggere la sua attitudine se essa è ben radicata. Detto questo è bene ricordare, se ancora ce ne fosse bisogno, che oltre agli allevamenti ed ai negozi di animali, è probabile che il vostro cucciolo, cucciolone o cane adulto vi attenda a zampe aperte in uno dei canili sparsi per tutta l’Italia. Andare a fare una visitina a questi centri prima di recarsi presso una struttura specializzata potrebbe farvi cambiare idea alla vista di un paio di occhi pieni di vita e di speranza.
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