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Il rapporto fra uomo e cani affonda le sue radici in tempi antichissimi, probabilmente nel mesolitico. Per lunghissimo tempo, sicuramente per via della tendenza all’antropocentrismo della razza umana, i cani sono stati considerati alla stregua di semplici proprietà dell’uomo. Col tempo, anche grazie a una rinnovata sensibilità all’argomento, e ai progressi in campo scientifico, questa concezione è fortunatamente cambiata: al giorno d’oggi al cane è riconosciuta la propria dignità di essere vivente, e quindi di individuo con propri diritti che vanno tutelati. L’iscrizione all’anagrafe canina serve appunto a questo: lega con un doppio filo il cane al padrone, e quindi, se da un lato attesta la proprietà del padrone sull’animale (ed è quindi utile in caso di furto o smarrimento dello stesso), dall’altro lato sancisce anche gli obblighi che il padrone ha nei confronti del proprio animale domestico. Se un cane è iscritto all’anagrafe canina, sarà sicuramente più semplice ritrovarlo in caso di smarrimento o furto; anche per chi trova un animale disperso, sarà facile risalire al legittimo proprietario e quindi restituirlo. E’ anche vero, però, che in caso di cattiva custodia o mantenimento dell’animale in questione, il padrone è facilmente rintracciabile e dovrà rispondere dinanzi alla legge delle proprie mancanze. Chiunque venga trovato in possesso di un cane non iscritto all’anagrafe canina rischia di incorrere in sanzioni e ammende. Stesso discorso vale anche per chi manca di comunicare la scomparsa del cane o la propria rinuncia alla proprietà dell’animale: in tal caso, allo scadere di sessanta giorni dal ritrovamento dell’animale, lo si considera abbandonato, e quindi il padrone incorrerà nelle sanzioni previste per il reato di abbandono, e cioè a una multa che può arrivare anche a diverse migliaia di euro.
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La registrazione di un cane all’anagrafe canina avviene tramite la semplice installazione all’animale di un microchip sottopelle: l’inoculazione del microchip generalmente non ha effetti collaterali, e la sua presenza non è né dolorosa né fastidiosa per l’animale; il microchip resta consultabile per tutta la durata della vita del soggetto. Il microchip va installato al cane nel secondo mese di vita, cioè fra i 30 e i 60 giorni, e questa operazione può essere fatta presso una asl veterinaria o presso un veterinario privato; il costo dipende da zona a zona, in genere comunque non supera i 30€. L’operazione per l’installazione del microchip avviene tramite una siringa, generalmente all’altezza della spalla del cane, dura pochi minuti ed è quasi completamente indolore. L’iscrizione all’anagrafe canina lega il proprietario all’animale: a una persona può essere associato anche più di un cane, mentre a un cane può essere associata una sola persona. L’individuo indicato come proprietario dell’animale deve essere maggiorenne. Una volta completata l’iscrizione all’anagrafe canina, il proprietario è tenuto a segnalare tempestivamente la morte dell’animale, la sua scomparsa o il suo smarrimento, il trasferimento di proprietà. Se il padrone sceglie di rinunciare alla proprietà dell’animale per comprovate difficoltà di mantenimento, è suo dovere avvisare il proprio Comune di residenza, che provvederà a compiere il trasferimento presso un’apposita struttura di ricovero. I cani acquistati da allevatori seri, o i cani adottati dai canili, teoricamente dovrebbero essere già a posto con la legge e quindi dotati di microchip. Gli allevatori infatti non possono vendere cuccioli di età inferiore ai 60 giorni (e quindi a quel punto al cane sarà già stato inoculato il microchip), e i Comuni sono tenuti a registrare e mettere in regola i cani ospitati nelle strutture di ricovero di loro competenza.
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