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Le prime scie storiche della razza vennero ritrovate nella foresta dell’Ituri, qui il Basenji migliaia di anni fa viveva in compagnia dei pigmei: da studi sulla sua origine è emerso che il nome Basenji che deriva da quello di una etnia pigmea che significa “abitanti della Savana”. È originario del Congo (la tribù africana da cui prende il nome, infatti, abitava nei pressi del fiume Congo) ed è una delle razze più antiche al mondo. Varie solo le ragioni che portarono l’ingresso del cane nelle tribù: di fatto il cane veniva utilizzato come cane da caccia ad uccelli ed antilopi, come guida nella savana o nelle foreste, come guardiano dei villaggi. Proprio questo ultimo utilizzo sembra avere delle motivazioni intrinseche che superano la semplice protezione fisica che il cane poteva dare: si crede che questo cane avesse anche un valore simbolico e mistico per i Pigmei, i quali esano certi che la presenza del Basenji come guardiano, staccasse gli spiriti e le esseri malvagie dai loro villaggi. Questa valenza quasi religiosa, fu attribuita al Basenji anche da parte degli antichi egizi. Il Basenji entra in Egitto solo qualche centinaia di anni dopo rispetto alla sua presenza, già affermata, nella civiltà pigmea; ma lo charme, soprattutto quello religioso, che questo cane continuava a portarsi dietro, fece si che presto divenne un cane sacro anche presso la civiltà egizia. Questo rendere il Basenji un idolo ci viene confermato dal fatto che sia lui sia i suoi antenati, il Tesem e il Levriero Egizio, sono raffigurati sulle mura delle tombe dei faraoni. Gli antichi egizi confidavano nel fatto che il Basenji, solo la sua raffigurazione nelle tombe, possedesse tutte quelle caratteristiche mistiche che lo rendevano in grado di portare i defunti nel regno dei morti. Per altro, diversi scoperte danno prova di questa credenza: oltre ai disegni nelle tombe, vi sono anche documenti che lo testimoniano (in alcuni scritti questo cane viene chiamato anche Cane di Cheope). In seguito, dopo la civiltà pigmea e quella egizia, per diversi secoli il Basenji è rimasto compagno fedele dell’uomo ma senza più quella importanza spirituale che gli era stata attribuita in precedenza, forse questo è uno dei motivi per cui le sue tracce si sono perse per vari secoli.
Questo piccolo cane, dalle orecchie a punta, riappare nello scenario collettivo solo verso la fine del XVIII secolo, quando un gruppo di viaggiatori inglesi scoprì la razza nel territorio compreso fra il Congo ed il Sudan. Il Basenji venne, così, importato in Inghilterra e fu proposto alle prime esposizioni come “Terrier del Congo”. Forse ad un’epidemia di cimurro (patologia che colpisce tendenzialmente i cuccioli) che colpì molto brutalmente i primi allevamenti di Basenji, si deve attribuire la causa della scomparsa completa dall’Inghilterra; i successivi e ulteriori tentativi di farlo penetrare nuovamente nel paese non riuscirono per la continua presenza della stessa patologia. Solo verso la fine degli anni trenta del 1900 questa razza non solo ricompare in Gran Bretagna, ma addirittura vi si afferma tanto che, attualmente, nonostante la località d’origine sia il Congo, il patrocinio del Basenji appartiene alla Gran Bretagna. Solo pochi anni dopo (verso il 1940) questo cane si fece strada anche negli Stati Uniti, dove attualmente è molto diffuso. Successivamente (documenti attestano nel 1966) fu introdotto in Francia e dal 1991, data di creazione del Club, il suo successo è in continuo aumento.
Il Basenji è considerato un cane aristocratico, per la sua costituzione leggera che gli conferisce un portamento elegante ed aggraziato, con una andatura facile. È un cane vivace. Altri nomi attribuiti alla razza, data la sua precedente storia (vedi sopra), è Terrier del Congo e Cane di Cheope. Essendo un cane iscritto ai libri genealogici presenta, come è ovvio, delle caratteristiche morfologiche distintive. La testa è piatta e presenta delle sottili rughe sulla fronte; le mascelle sono forti. Gli occhi sono a mandorla, tendenzialmente scuri e disposti obliquamente. Le orecchie sono piccole, appuntite, erette e leggermene a cappuccio, di consistenza fine. Il corpo è davvero ben proporzionato, con un collo forte, le costole curvate, il dorso corto e dritto, con un fianco ben marcato. Gli arti sono lunghi con una ossatura sottile, i piedi piccoli, stretti e compatti presentano delle dita ben arcuate. La coda ha una attaccatura alta, è arrotolata e stretta. Il pelo è corto, lucido, fitto e sottilissimo e forse sono proprio queste caratteristiche del pelo che fanno attribuire alla pelle di questo cane l’accezione di “morbidissima”. Il mantello può essere di vari colori: nero e bianco, bianco e rosso, nero focato e bianco con spot fuoco sopra gli occhi e maschera fuoco, fulvo e bianco, è bianco sui piedi, sul petto e sull’estremità della coda. La misura di un maschio ideale è di 43 cm, mentre di una femmina ideale è di 40 cm; mentre il peso si aggira per un maschio intorno agli 11 kg, e per una femmina intorno ai 9.5 kg. Altezza e peso di questo cane fanno si che lo stesso venga considerato un cane di taglia piccola e media, ma nonostante ciò è un cane robusto.
Il Basenji è un cane vivace, indipendente, equilibrato e, soprattutto dotato di una forte personalità. In realtà è anche un cane affettuoso, che ama giocare con i bambini ed è di piacevole compagnia. Uno dei suoi pregi è quello di essere distante con tutti quelli che non conosce. Proprio per il fatto di essere dotato di un eccellente olfatto, il Basenji è utilizzato come cane da seguito. Sembra non abbaiare: infatti pare che emetta dei vocalizzi che molto vagamente ricordano i canti tirolesi.
L’educazione di questo cane dovrà essere dolce e affettuosa. È un cane che si adatta alla vita di città purché faccia passeggiate quotidiane. Come ogni cane, non sostiene la solitudine, anche perché qualora dovesse rimanere chiuso da solo in casa, sarebbe capace di distruggere un intero appartamento. Bisogna sottolineare, però, che è un cane molto pulito, fa la sua toeletta come un gatto e non emana alcun odore. Altro consiglio: è indispensabile spazzolarne il pelo col guanto tutti i giorni. Per quanto riguarda i suoi utilizzi, il Basenji è impiegato come cane da caccia per piccola selvaggina, e come cane di utilità è un ottima guida nella selva (anche la storia ci dice che guidava nella savana e nelle foreste). A dispetto della taglia, è si presta anche all’essere un cane da guardia, mentre di sicuro viene utilizzato come cane di compagnia.
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