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Ma andiamo con ordine: perché un privato dovrebbe acquistare il proprio cane in allevamento? Con tutti i cani che ci sono in canile, o i randagi che sono in strada, o i cuccioli regalati da persone che non possono tenerli, non sarebbe meglio adottarne uno? Su questo c’è un’annosa disputa tra allevatori e animalisti, due categorie che probabilmente non raggiungeranno mai un accordo. Ma una cosa è certa: adottare un cagnolino è una cosa bellissima, e, se vogliamo semplicemente una presenza a quattro zampe che ci faccia compagnia, non c’è niente di male nel rivolgerci a un canile o alla signora che dà via una cucciolata che non può accudire. Ma, se vogliamo un cane di razza, l’allevamento è e resta la scelta migliore. Innanzitutto sfatiamo un mito: non esistono cani di razza senza pedigree. Il pedigree è la carta di identità del cane, quello che attesta la sua discendenza e la sua purezza, e che ne definisce la razza. Un cane senza pedigree può assomigliare, per caratteristiche fisiche e caratteriali, a un cane di razza, ma questo comunque non basta a renderlo tale. Diffidiamo quindi di sedicenti venditori che dicono di avere a disposizione “cani di razza purissima ma senza pedigree”… probabilmente cercano solo un modo per truffarci, e per farci spendere soldi per un cane che comunque non potrà partecipare ad expo o gare ufficiali. Il cane d’allevamento si paga profumatamente, è vero, ma ciò che in realtà stiamo pagando è la qualità: un allevatore serio seleziona accuratamente gli incroci, e quindi quello che ci venderà sarà un cucciolo puro, che rispetta le caratteristiche estetiche e caratteriali di quella determinata razza, che sarà sano e avrà un bassissimo rischio di contrarre malattie genetiche. Vale quindi la pena di spendere un po’ di più all’inizio, ma evitare di ritrovarci dopo qualche mese con un cane con tratti fisici anomali, o, peggio, malato.
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Allora basta acquistare un cane in allevamento per andare sul sicuro? Sfortunatamente, no. Innanzitutto, accertiamoci che l’allevatore da cui andiamo ad acquistare il cucciolo sia riconosciuto dall’ENCI, l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana… ciò assicura già un certo grado di serietà, ma non è comunque abbastanza. Dovremo lasciarci guidare anche dal nostro buonsenso. Un allevatore serio non alleva mai troppe razze alla volta; giusto un paio, massimo tre o quattro (in tal caso con pochi esemplari per ogni razza), non di più. Allevare una razza richiede studio e dedizione, chi ne alleva troppe contemporaneamente evidentemente non presta la dovuta attenzione. Inoltre, in un allevamento non dovrebbero esserci mai troppe fattrici all’opera in contemporanea: mai più di una decina, meglio ancora cinque o sei. In tal modo è garantito che ogni cucciolata venga seguita con la massima cura. Un allevatore che conosce il proprio mestiere non vende mai cuccioli troppo piccoli (mai di età inferiore ai 60 giorni), mai cuccioli che non hanno fatto almeno una vaccinazione, e soprattutto ci rilascia tutti i documenti necessari: pedigree, certificato sanitario, e qualsiasi altra cosa dovessimo richiedere. C’è poi un’ultima discriminante fondamentale che ci permette di capire il tipo di allevatore che abbiamo di fronte: il rapporto che ha con i propri cani. Se l’allevatore in questione ama i propri cani ed è ricambiato, se continua a tenere con sé anche i vecchietti, ormai non più utili a scopo riproduttivo (o comunque si assicura che vengano affidati a famiglie che possono accudirli), se i cani scodinzolano e gli fanno le feste quando lo vedono, siamo sicuramente di fronte a una persona che ama il proprio lavoro. Se invece vediamo che i cani sono indifferenti all’allevatore, o, peggio, si mostrano intimoriti, è il caso di rivolgerci altrove.
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