Allevamento bovini

Le origini

La domesticazione dei bovini si perde quasi nella notte de tempi. Già intorno al 10.000 e all'8.000 AC in medio Oriente ed in India si hanno i primi riscontri di allevamenti di bovini: infatti, questi animali venivano utilizzati sia per la trazione di aratri e carri, sia come fonte di cibo (carne e latte) sia come “produttori” di elementi secondari utili alla quotidianità (pelli, corna, ecc.).

La prima fase della domesticazione di questi animali fu di tipo pastorale, e dobbiamo attendere i primi rudimenti dell'agricoltura affinché l'allevamento bovino si trasformi in stanziale, insieme con la sedentarizzazione delle popolazioni che cominciarono così ad organizzare anche i primi villaggi. Di conseguenza, allevare animali come i bovini in grado di garantire sia l'aiuto nel lavoro che di fornire cibo e simili, diviene assolutamente necessario, portando così all'introduzione progressiva di tecniche di allevamento e di selezione specifiche.

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La storia

Allevamento boviniDurante il periodo dell'Impero Romano, i formaggi a pasta dura rappresentavano una delle vettovaglie fondamentali dell'equipaggiamento dei legionari, poiché realizzate con latte, quindi un alimento altamente nutritivo, e lavorato in modo che fosse facilmente trasportabile e conservabile.

Nel periodo dell'Età di Mezzo, invece, i bovini venivano allevati anche e soprattutto nei monasteri, dove il formaggio, insieme con il pane, rappresentava un alimento fondamentale per i monaci e per i pellegrini. I bovini da lavoro, invece, erano appannaggio quasi esclusivo dei feudatari.

Nell'Età Moderna l'allevamento dei bovini cominciò ad avere un rinnovato impulso grazie alla formazione delle prime aziende specializzate. In particolar modo in Inghilterra si assistente al fenomeno del maggior interessamento dei ricchi proprietari terrieri per l'allevamento, la selezione e il miglioramento delle razze bovine.

Durante il XIX secolo cominciarono a comparire i primi registri genealogici per la salvaguardia e il riconoscimento delle varie razze bovine. Con l'arrivo della meccanizzazione agricola, però, l'allevamento bovino entrò progressivamente in crisi e si rischiò seriamente di perdere alcune razze locali a vantaggio di quelle ad attitudine produttiva specifica.

Nel XX secolo, invece, nacquero le prime forme di allevamento intensivo, soprattutto in Europa ed in America, anche se, ancora oggi, questa forma di allevamento è osteggiata da molti in quanto gli animali vengono tenuti in cattività chiusi sempre all'interno delle stalle.


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La stalla

Vitelli in allevamentoSe un tempo la stalla era concepita come mero ricovero per gli animali, formata semplicemente da un capanno con tetto in legno e del fieno come giaciglio, oggi questo luogo diventa fondamentale per l'allevamento e per il benessere psico – fisico degli animali che vi alloggiano. La legge italiana prevede, infatti, dei precisi dettami legati all'organizzazione della stalla, alla definizione degli spazi adeguati e delle essenziali norme igienico – sanitarie da rispettare, al fine di garantire all'allevamento, e quindi ai bovini stessi, le giuste condizioni di lavoro e vita.

A seconda che l'allevamento sia destinato a bovini da macello o a bovini da latte, allora anche la struttura della stalla dovrà essere adeguata a ciò, soprattutto se si tratta di mucche da latte. In questo caso, infatti, all'interno della stalla dovranno necessariamente esserci i locali adeguati destinati alla mungitura:

- sala mungitura automatica (con robot);

- ufficio stalla;

- sala motori;

- sala di raffreddamento del latte;

- zona di identificazione;

- zona di separazione;

- stazione di alimentazione.

In linea più generale, invece, le stalle dovranno avere una parte interna ed una esterna, quest'ultima in particolare che abbia la possibilità di far pascolare e socializzare in maniera libera ma controllata i bovini, ma offrendo comunque un riparo dal sole e dalla pioggia (esempio una tettoia). All'interno dovrà invece esserci una zona cosiddetta di alimentazione, dove i bovini avranno la possibilità di mangiare e bere; e una zona cosiddetta di riposo, dove si dovranno organizzare singole cuccette, separate da muretti e/o ringhiere metalliche, dove l'animale potrà riposarsi sulla paglia o su materassini in materiale sintetico studiati ad hoc per loro.


Allevamento bovini: L'alimentazione

Allevamento boviniL'alimentazione dei bovini in allevamento ha un peso molto importante per la qualità di carni e latte. Anche qui la dieta alimentare che viene somministrata agli animali varia a seconda dell'attitudine che questi hanno e dall'età. Infatti, appena dopo la nascita e fino alle prima settimana successiva, il vitello viene allattato esclusivamente con latte di mucca che in questa prima fase dell'allattamento viene chiamato colostro e non è adatto all'alimentazione umana, in quanto contiene elementi essenziali per la formazione degli anticorpi nei piccoli. Dopo questa prima settimana, il vitello viene allontanato dalla madre e nutrito sempre con latte di mucca, ma non direttamente dalla mammella bensì con appositi biberon.

La fase di svezzamento dell'animale comincia intorno ad un anno, quando vengono introdotti nella dieta bovina anche i foraggi, sia quelli derivanti dalla natura sia farine e simili che vanno a rinforzare la detta del bovino stesso. In alcuni casi, però, alcune associazioni animaliste lamentano il fatto che i vitelli, anche se in età da svezzamento, vengano nutriti solo e soltanto con latte o comunque con una dieta anemica, che permette così di avere delle carni tenere e bianche, le più appetibili sul mercato.



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