Pompa Acquario

L’acquariofilia è un hobby diffusissimo e molto interessante, ma spesso chi è nuovo in questo campo commette degli errori nell’allestimento del primo acquario: è consigliabile in questi casi rivolgersi a chi ha maggiore esperienza, o cercare su Internet delle guide utili.

Innanzitutto, c’è da scegliere la vasca: in genere per i principianti è consigliabile orientarsi su una vasca di circa 100 litri, in quanto vasche più piccole o più grandi potrebbero risultare di difficile gestione. Per quanto riguarda la forma, scegliamo una classica vasca di forma rettangolare, in quanto in esse la superficie acqua/aria è abbastanza da consentire sufficienti scambi gassosi.

Scelta la vasca, dobbiamo preoccuparci dell’attrezzatura: filtro, illuminazione, riscaldamento e quant’altro. Per quanto riguarda il filtro, ne esistono di diversi tipi: una buona soluzione è il filtro a scomparti, ... continua


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      prosegui ... , che combina i vantaggi del filtraggio meccanico e di quello biologico. Fondamentali poi le pompe, che hanno il compito di spingere l’acqua verso i filtri (e ovviamente anche di smuoverla al fine di evitare ristagni).

      Per l’illuminazione (assicuriamoci di dare al nostro acquario una decina di ore di luce al giorno), orientiamoci sui neon o sulle luci a led; ricordiamoci che la scelta dell’illuminazione corretta è fondamentale, perché non solo stimolerà le attività dei nostri pesci, ma consentirà anche alle piante di attuare la fotosintesi clorofilliana e quindi crescere bene. La potenza deve essere di almeno 0,2 watt per litro; occorre fare attenzione anche al colore delle lampade (o meglio lo spettro), perché alcuni sono più adatti di altri all’impiego in acquario. Va detto infine che l’impianto a led comporta una spesa iniziale più sostanziosa, ma alla lunga è più conveniente di quello al neon.

      Il riscaldamento può invece avvenire tramite cavetti riscaldanti, riscaldatori a provetta, o entrambi: fondamentale anche la presenza di un termometro per controllare la temperatura.

      Dopo aver scelto l’attrezzatura, prepariamo il fondo: qualche centimetro di materiale fertilizzante alla base, e poi il classico strato di ghiaietta. Aggiungiamo poi le piante che abbiamo scelto e l’acqua: se non abbiamo intenzione di ospitare pesci particolarmente esigenti, andrà bene l’acqua della rete idrica comunale, purché non sia troppo calcarea o ricca di cloro.

      Solo un mesetto dopo aver compiuto queste operazioni, possiamo procedere con l’aggiunta dei pesci.La scelta della pompa è un passaggio delicato, in quanto si tratta di scegliere il ‘cuore pulsante’ del nostro acquario, che dovrà funzionare 24 ore al giorno e dovrà mantenere buone prestazioni nel corso del tempo.

      Come si è già detto, la funzione della pompa in un acquario è quella di spingere l’acqua verso i filtri ed evitare che ristagni. Più in generale, le pompe sono meccanismi che hanno il compito di spingere un liquido o un gas attraverso un’entrata e verso un’uscita.

      Ne esistono di due tipi: le pompe volumetriche e quelle fluidodinamiche.

      Le pompe volumetriche si chiamano così poiché sfruttano la variazione di volume in una camera, per aspirare o spingere il fluido. Ne esistono di diversi tipi: rotanti, a pistone, a diaframma, a ingranaggi… Sono pompe molto efficienti, ma anche complicate e piuttosto rumorose, e questo le rende poco adatte all’acquariofilia, in cui si prediligono invece le pompe centrifughe.

      Le pompe centrifughe (che appartengono alla categoria delle pompe fluidodinamiche) hanno un funzionamento piuttosto semplice: sono formate da un disco alettato girante, che cattura il liquido al suo interno e lo spinge verso l’uscita. Non generano alte pressioni, ma sono molto silenziose, e sono sicuramente le più adatte agli acquari. Le pompe centrifughe possono essere a palette, a elica, a turbina, a disco, eccetera: in acquariofilia si utilizzano generalmente quelle a palette semplici, formate da 6-8 alette fissate intorno ad un alberino rotante. I due parametri che contraddistinguono le pompe sono la prevalenza e la portata.

      La prevalenza è la capacità della pompa di spingere un fluido verso l’altro, e si misura generalmente in metri.

      La portata è invece la quantità di liquido che una pompa riesce a spostare dall’ingresso all’uscita in un certo arco di tempo: si può far riferimento anche ai secondi o ai minuti, ma in acquariofilia in genere si utilizzano i litri per ora (L/h).

      E’ al rapporto fra questi due valori che dobbiamo fare molta attenzione al momento dell’acquisto: molti costruttori infatti “barano”, indicando sulla scatola solo il valore di portata, senza però specificare a quale prevalenza è stata misurata.

      Di per sé, il valore di portata senza quello di prevalenza non ha senso: in genere, quando la prevalenza non viene indicata, vuol dire che la portata è stata misurata a livello zero. Cioè avviene a causa dell’errata convinzione (corretta dal punto di vista teorico, ma imprecisa da quello pratico) che, essendo la pompa immersa nella vasca, non debba vincere nessun dislivello. Ciò è vero, ma non tiene conto della resistenza offerta dalle tubazioni: questa condiziona notevolmente la portata, arrivando alle volte anche a dimezzarla (dipende ovviamente dal diametro e dalla lunghezza dei tubi).

      In conclusione, i costruttori seri e affidabili dovrebbero riportare sulla scatola della pompa una curva o una tabella che indichi i diversi valori di portata a seconda della prevalenza.Ma, a livello pratico, come scegliamo una pompa adatta al nostro acquario?

      Dobbiamo tener conto sia delle dimensioni dello stesso, sia delle funzioni che la pompa deve svolgere.

      La pompa deve, innanzitutto, spingere l’acqua attraverso il filtro meccanico, al fine di tenerla pulita: più la portata della pompa è forte, più questo compito sarà svolto al meglio, e quindi più l’acqua sarà pulita. Ma un altro compito della pompa è quello di spingere l’acqua attraverso il filtro biologico: questo secondo scorrimento deve essere il più lento possibile, per dar modo ai batteri di elaborare le sostanze tossiche.

      Infine, la pompa deve ‘soffiare’ sul pelo dell’acqua per evitare la formazione di strati batterici che renderebbero l’acqua putrida: questo ‘soffio’ deve essere abbastanza forte da coprire ogni zona della superficie, ma non troppo forte da causare onde.

      Ma come fare a conciliare tutte queste cose? Dobbiamo far riferimento alla dimensione del filtro. In un acquario, la portata giusta di una pompa dovrebbe essere circa 100 volte il volume dei materiali filtranti.

      Se il filtro è troppo piccolo non abbiamo scelta, dovremo orientarci su una pompa a bassa portata e rischiare che l’acqua non sia perfettamente pulita (a causa della scarsa efficienza del filtro meccanico); se invece il filtro ha dimensioni più grandi, possiamo provare ad utilizzare pompe più energiche. Può essere una buona idea per le prime prove quella di comprare una pompa con parzializzatore, oppure (dato l’elevato costo di queste ultime), costruire da soli un raccordo a “T”.

      Per quanto riguarda i prezzi, le pompe per acquari partono da un minimo di pochi Euro, per pompe compatte e di piccola portata; i prezzi salgono poi intorno ai 20 € per pompe con portate più alte, fino a raggiungere anche 100 e più Euro per pompe molto professionali e complete di accessori.

      Per acquistare una pompa, possiamo rivolgerci ad un negozio specializzato in attrezzature per acquari, o anche acquistarla online: sono infatti molti i siti che offrono una vasta scelta di pompe per acquari, per ogni budget ed esigenza. E’ sempre consigliabile orientarsi su pompe di marche conosciute: questo comporterà un investimento iniziale più alto, ma alla lunga è la scelta più giusta, in quanto probabilmente la pompa rimarrà efficiente nel tempo.